“Ho chiarito tutto al giudice, voglio tornare in campo”, dichiara Palomino fuori dal tribunale antidoping
Al Gewiss Stadium, prima di Atalanta-Napoli, i tifosi della Dea cantano cori in difesa di Palomino. Il difensore argentino è stato squalificato per doping (positività al nandrolone) ed è indisponibile da mesi.
I suoi tifosi lo sostengono in modo del tutto fideistico, una difesa cameratesca. Le tifoserie spesso ragionano in modo manicheo, quasi pavloviano: se è uno dei nostri, massimo garantismo, per i nemici invece giustizialismo e condanne senza appello. Questo modo di ragionare è la prassi in politica, figuriamoci nel calcio. Ci si augura che Palomino dimostri la sua innocenza, ma per non saper né leggere né scrivere, è anche pacifico che i suoi tifosi lo sostengano, come d’altronde hanno fatto sin da subito. La società Atalanta invece pare più prudente sul caso.
Ieri, all’uscita del Tribunale Nazionale Antidoping dichiarava:
“Ho raccontato la mia versione al giudice, ribadendo ancora una volta la mia situazione. Adesso spero che tutto si svolga in poco tempo, così posso chiudere questa spiacevole situazione; voglio tornare in campo, lavoro ogni giorno focalizzato su questo. Sono molto tranquillo, ho spiegato cosa mi è successo, esponendo i fatti senza omettere nulla”.