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Tre triplette in otto partite di Premier: signore e signori, Erling Haaland

Il norvegese disintegra ogni record e segna 3 dei 6 gol che il City rifila allo United. È già a 17 gol stagionali. Ten Hag perde 6 a 3 una partita senza storia, Ronaldo resta in panchina

Tre triplette in otto partite di Premier: signore e signori, Erling Haaland
2022 archivio Image Sport / Calcio / Manchester City / Erling Haaland-Josep Guardiola / foto Imago/Image Sport ONLY ITALY

Meravigliosamente Erling Haaland, per prendere in prestito le parole di una telecronaca indimenticabile di Massimo Marianella, che si riferiva a Drogba. Meravigliosamente Erling Haaland che sta disintegrando tutti i record. Pochi minuti fa, tre gol nel suo primo derby di Manchester. Lo United è stato letteralmente distrutto, una mattanza. Al primo tempo il risultato era già di 4-0. Il finale è 6 a 3 per il Manchester City, ma è un risultato addirittura bugiardo visto che fino all’ottantacinquesimo era 6 a 1. Poi lo United ha trovato due gol inutili sul finale, con Martial. A decidere la partita due triplette: quella del norvegese appunto, e quella di quel fuoriclasse ch’è Phil Foden. Ronaldo è rimasto in panchina per tutti i 90 minuti. Definire quello del campione portoghese un caso è poco.

Tornando ad Haaland. L’impressione, senza lasciarsi trascinare dall’entusiasmo, è avere a che fare un calciatore che riscriverà la storia di questo sport. Qualche numero, che non fa mai male: è la terza tripletta in otto partite di Premier. Per trovare un calciatore che ci ha messo meno tempo – a fare tre triplette in Premier – bisogna tornare a Michael Owen, che però di partite ce ne ha messe quarantotto, e quindi quaranta in più. Haaland al primo di ottobre ha già segnato 14 gol in campionato e 3 in Champions, 17 complessivi. Sono ritmi senza senso, fuori da ogni logica. Qualcuno temeva, ricordando il precedente con Ibrahimovic, l’incontro tra Pep Guardiola – quello che «il mio centravanti è lo spazio» – e Erling Haaland, il centravanti dei prossimi quindici anni. L’impatto del norvegese al City, invece, non ha neanche bisogno di commenti.

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