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Sconcerti: Kvaratskhelia non è Leao, non lo diventerà

Sul CorSera. “Gioca anche sporco, fa falli, rincorre, riparte dalla sua area. E provoca un disordine doppio rispetto a Leao, perché certo, garantito”.

Sconcerti: Kvaratskhelia non è Leao, non lo diventerà
Ci Napoli 21/08/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Monza / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: esultanza gol Khvicha Kvaratskhelia

Ieri, sul Corriere della Sera, lo aveva definito “la parte migliore del nostro calcio”. Oggi Mario Sconcerti torna a parlare del Napoli, sullo stesso quotidiano. Il Napoli, scrive, “è vicino alla perfezione“. Quasi si stupisce del fatto che il club di De Laurentiis, pur avendo stravolto una squadra intera in un mese di mercato, è prima in campionato e anche in Champions. Sottolinea (anche qui con un certo stupore) che il Napoli, pur non avendo “una sua struttura. Niente stadio, centro sportivo in affitto, perfino sede sociale in affitto”, “sta lì da quindici anni e ogni anno spaventa”. Ma poi inizia a discutere di Kvaratskhelia. Il georgiano del Napoli non è Leao, scrive, né mai lo diventerà. Almeno aggiunge che, a differenza dell’attaccante del Milan, Kvaratskhelia è più dentro le partite giocate dalla sua squadra.

“Kvaratskhelia non è Leao, non lo diventerà, ma è molto più dentro le partite. Gioca anche sporco, fa falli, rincorre, riparte dalla sua area. E provoca un disordine doppio rispetto a Leao, perché certo, garantito. Un Napoli così lineare e animato è una vera squadra europea con cultura italiana. Cioè quasi la perfezione. Per questo il difficile comincia adesso. Ma nel cuore d’Europa”.

Il Napoli che non ha una sede di proprietà fa paura a tutti

Nello stesso commento, Sconcerti scrive:

La sorpresa, quella di cui tutti parlano oggi in Europa, è il Napoli. Nessuno lo vuole incontrare, non lo conoscono, non lo capiscono. Ha cambiato quasi tutti, ha ricomprato in una settimana. Non ha una sua struttura. Niente stadio, centro sportivo in affitto, perfino sede sociale in affitto. Ma sta lì da quindici anni e ogni anno spaventa”.

“Pochi dei suoi giocatori sono i migliori nel loro ruolo, ma stanno bene insieme, fanno squadra. Sono giovani e già intelligenti. Questo è il merito vero del Napoli, sa capire la partita, i bisogni degli individui in quella partita, e li aiuta, li colma. È una squadra che gioca in modo universale. Ama lo spazio che gli offre il contropiede, ma conosce il palleggio per andare oltre le difese molto chiuse. Tutti i suoi giocatori giocano meglio di come hanno sempre giocato, da Politano a Raspadori, Simeone, i dimenticati Rrahmani e Juan Jesus. È una squadra ordinata, molto italiana, con una forte considerazione di sé. E sa che il primo gol deve essere propedeutico per il secondo, non va difeso. Ha molti riferimenti. Oggi si parla di Lobotka perché il suo ordine ha preso tutti quasi alle spalle. Ma se guardate bene, quando ha la palla, i compagni si muovono tutti per offrirgli tre-quattro soluzioni di passaggio non banali. È la squadra che gioca e non ha fretta, sa di costruire bene, qualcosa nascerà sempre”.

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