Gazzetta: Spalletti sta dimostrando la sua modernità di stratega e tattico
L'allenatore è bravissimo nel gestire i cinque cambi. Ha cambiato radicalmente il concetto di turn over: tutti nel Napoli sono dentro il progetto

Ci Napoli 10/09/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Spezia / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti
Spalletti allenatore moderno, sia in termini di strategia che di tattica. La Gazzetta dello Sport dedica un pezzo a come il tecnico del Napoli ha saputo tenere tutti i suoi calciatori al centro del progetto e così facendo ha saputo anche sfruttarli al meglio, complice il meccanismo delle cinque sostituzioni. Ogni giocatore del Napoli si sente centrale, in squadra, e per questo è invogliato al massimo a fare il meglio. Nel Napoli, ogni giocatore contagia competitività, non solo entusiasmo. Come ha detto lo stesso Spalletti nella conferenza stampa della vigilia di Napoli-Bologna. Maurizio Nicita scrive sulla rosea:
“E il tecnico è stato bravissimo a creare questa sana concorrenza all’interno del gruppo. La capacità di saper spesso cambiare pelle in corsa, per togliere punti di riferimento agli avversari e aggredirli in maniera sempre imprevedibile, sfruttando al meglio le caratteristiche di ogni suo giocatore, nessuno escluso. Perché questa squadra attacca con 10 giocatori e tutti sono “dentro” il progetto e hanno recepito il concetto di essere titolari nella mente anche per 20-30 minuti, come conferma il dato sui gol dei subentrati: 12 addirittura, quasi il 30 per cento (7 in campionato e 5 in Champions) dove chi arriva dalla panchina è spesso anche un titolare che accetta l’avvicendamento e non lo “patisce” come spesso accade nel nostro calcio”.
Spalletti allenatore moderno.
“Ecco che come strategia, oltre che tatticamente, Luciano Spalletti dimostra la sua estrema modernità sfruttando al meglio la regola delle cinque sostituzioni e cambiando il concetto di turn over. E così sta avvenendo qualcosa di mai visto nel calcio italiano. Cioè una squadra con tre centravanti che segnano tutti e diventano funzionali alla squadra. Si pensava il Napoli fosse Osimhen dipendente e invece Raspadori (in gol ogni 32’ in Champions!) e Simeone (leggi prima) hanno assicurato gol e rendimento. E quando, al contrario, si è pensato fosse complicato ricollocare il nigeriano nel gioco azzurro, ecco che Victor ha accettato senza problemi la panchina, entrando e “spaccando” comunque le partite con Ajax e Bologna. Un meccanismo quasi perfetto. Dopo l’iniziale rodaggio, nessuno è riuscito a fermare il Napoli”.