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Cristiano Lucarelli: «Mi dà fastidio essere ricordato più per le mie idee politiche che per i gol»

A La Vanguardia: «Il budget del Livorno non permetteva grandi cose. Per realizzare il sogno della mia vita ho rinunciato a mezzo milione».

Cristiano Lucarelli: «Mi dà fastidio essere ricordato più per le mie idee politiche che per i gol»
As Terni 22/10/2022 - campionato di calcio serie B / Ternana-Genoa / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Cristiano Lucarelli

La Vanguardia intervista Cristiano Lucarelli, storica bandiera del Livorno che non ha mai nascosto la sua inclinazione politica a sinistra. Lucarelli racconta che però non è affatto felice di essere ricordato più per questo che per quanto fatto in campo, come calciatore.

«Ammetto che mi dà fastidio che si sia detto tanto sui miei ideali, che tra l’altro non nego. Ma penso che la mia prestazione da marcatore nonostante non abbia giocato per nessun top club sia stata abbastanza importante da dargli più valore».

In effetti, Lucarelli ha firmato 240 gol, la metà con il Livorno, con cui è stato anche capocannoniere in Serie A con 24 gol nel 2005, uno in meno della Scarpa d’Oro condivisa da Thierry Henry e Diego Forlán. È anche riuscito a portare la squadra in Uefa per la prima volta nella sua storia.

«Il budget del Livorno non permetteva grandi cose e per realizzare il sogno della mia vita ho rinunciato a mezzo milione di euro. Ho fatto quello che mi chiedeva il cuore e sono soddisfatto della mia scelta».

Lucarelli racconta di quando si tolse la maglietta per festeggiare un gol e sotto ne aveva un’altra con l’immagine del Che.

«Ho giocato nella mia città e quella maglia era un simbolo della Curva Nord. Avevo 20 anni e non pensavo che questo gesto desse tanto di cui parlare. Lì si fece conoscere il ‘comunista Lucarelli’».

Parla di razzismo («Purtroppo i casi sono troppi. Non si fa abbastanza per combattere il razzismo») e della crisi energetica («Le famiglie hanno grandi difficoltà a pagare le bollette di luce e gas. Serve una maggiore consapevolezza sull’argomento perché ci sono tante che hanno grandi difficoltà. Anche le aziende e anche i club») e c’è spazio anche per la guerra in Ucraina. Lucarelli ha giocato qualche mese nello Shakhtar Donetsk, nel 2007.

«L’Italia avrebbe potuto lavorare molto di più su questo aspetto, proprio come il resto delle istituzioni. E non quest’anno, ma già nel 2014, quando ci furono tutti quegli omicidi nel Donbass. Sono contrario alle guerre perché non sono mai una soluzione al problema. Tuttavia non si può essere superficiali. Bisogna cercare di capire le cause di una guerra, non solo restare nei fatti».

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