Barbano: Osimhen è il miglior difensore del Napoli

Sul Corriere dello Sport. «Il meglio di sé lo dà sui rinvii della difesa e del portiere: i suoi movimenti sono ossigeno puro»

Osimhen Frosinone-Napoli

As Napoli 29/10/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Sassuolo / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: esultanza gol Victor Osimhen

«Osimhen è l’elastico del Napoli»: è il titolo dell’editoriale di Alessandro Barbano per l’edizione odierna del Corriere dello Sport. L’articolo analizza la prestazione complessiva della squadra azzurra e si sofferma su alcuni singoli, in particolare Osimhen, Kvaratskhelia e Mario Rui. Sul nigeriano, Barbano scrive quanto segue.

«Se c’è una metafora che lo racconta, è l’elastico. Osimhen è l’elastico del Napoli. Non solo per il modo con cui maneggia le sue lunghe leve in area, sul primo gol arpionando il pallone con la sinistra, che si distende con un raggio supplementare a quello immaginabile per un atleta comune; sul secondo, flettendole a paletta con un riflesso rapidissimo, per fare sponda al tirocross di Kvara; sul terzo allungandole in avanti nel gesto del cucchiaio e imprimendo alla sfera una parabola irraggiungibile per il portiere in uscita. Il nigeriano è un elastico per tutto questo, ma anche per molto altro. Perché il meglio di sé lo dà sui rinvii della difesa e del portiere, quando si tratta di svettare in cielo e appoggiare indietro a un compagno, permettendo così al Napoli di allungarsi e di spezzare qualunque tentativo di assedio degli avversari.

Il movimento di Osimhen è ossigeno puro per una squadra che si difende meglio quando attacca, come ha dimostrato anche ieri contro il Sassuolo. Tutte le volte, poche per fortuna, in cui il Napoli pretende di gestire l’arrembaggio degli avversari tenendosi davanti alla propria area, rischia, soprattutto a sinistra, di essere trafitta tra le linee. Per questo Osimhen è, prima che il cannoniere, il miglior difensore del Napoli. La cui continuità di risultati non è stata fin qui causa di stanchezza o di appagamento. Perché Spalletti è riuscito a trasmettere al gruppo il piacere del palleggio diffuso. Vuol dire che tutti possono pensare e osare allo stesso modo».

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