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Villas-Boas: «Ho visitato i bassifondi di Nuova Delhi, raccolgo cimeli. Ho deciso che farò lo scrittore»

L’ex enfant prodige della panchina al Telegraph: “Con quello che ho da dire sul Chelsea posso farci un’autobiografia da primo posto in classifica”

Villas-Boas: «Ho visitato i bassifondi di Nuova Delhi, raccolgo cimeli. Ho deciso che farò lo scrittore»

“Andre Villas-Boas vuole parlare”. Comincia così una lunghissima intervista del Telegraph all’ex Mourinho-bis. Il tecnico portoghese che ha arenato una carriera da enfant prodige tra Chelsea e al Tottenham. Che fine ha fatto? Beh, dice che ha visitato i bassifondi di Nuova Delhi, ha lavorato per beneficenza, s’è messo a scrivere e a raccogliere cimeli, ma che non ha ancora finito con il calcio. Da quando ha lasciato gli Spurs nel 2014 è rimasto quasi completamente in silenzio. Ora dice che è arrivando il momento di parlare.

“La maggior parte di noi conosce i problemi della società che abbiamo in questo momento, ma in India è su un’altra scala”, dice. “Gente che raccoglie cibo dalla spazzatura, senza scarpe, senza servizi igienici, senza acqua corrente, elettricità. È il livello più basso. È davvero difficile da vedere”. Villas-Boas ha assistito “ragazzi dipendenti dalla droga, che vendono ogni genere di cose, che dormono sull’asfalto. Ha documentato lui stesso il viaggio con fotografie che ha potuto mostrare ai suoi figli a casa a Porto, “affinché da grandi possano influenzare le persone”.

Poi parla di calcio. “Non ho problemi a parlare dei miei fallimenti. La gente mi dice: ‘Oh, era un ragazzo stupido che è diventato manager e non è andata bene al Chelsea perché era troppo testardo, troppo blah, blah, blah e poi la clausola rescissoria e ha preso i suoi 10 milioni, i suoi 15 milioni di sterline’. Così tante stupidaggini. Sono curioso e indago e mi soffermo nei dettagli, leggo e mi preparo. Quanti allenatori sono stati licenziati dal Chelsea?”

Parla l’orgoglio dell’allenatore più giovane a vincere l’Europa League, con il Porto nel 2011, a soli 33 anni, subito dopo aver vinto la Primeira Liga portoghese.

Quello che è successo al Chelsea a me è successo a molte persone che ci sono passate. A volte sei fortunato, vinci un trofeo e almeno lasci un segno. Non sono stato così fortunato”.

Dà la colpa al mercato di Abramovich. “Niente Modric, niente Moutinho… Falcao è un altro che stava per arrivare, ma poi c’era Drogba che non riusciva a decidere se voleva andarsene o meno a gennaio. Stava per andare a Shanghai, poi non è andato più e poi Marina Granovskaia voleva Carlos Tevez e improvvisamente non voleva più Tevez. Ci sono molte cose in quella stagione che meritano una di quelle autobiografie scioccanti in Inghilterra che raggiungono il primo posto in classifica”. 

Dopo il suo licenziamento nel marzo 2012, va agli Spurs. Una prima stagione eccezionale, Gareth Bale venduto a cifre assurde al Real Madrid. Lo vuole il Psg. Ma il presidente Daniel Levy voleva 15 milioni. I francesi non pagano, lui resta.

“Penso che il Tottenham stesse aspettando che me ne andassi e basta. Questo è stato il trampolino di lancio per l’inizio di una brutta relazione per quella seconda stagione. Sono rimasto al Tottenham per amore del Tottenham e il Tottenham mi voleva fuori e basta. Quella fu la fine di una storia e ci separammo da un accordo molto, molto semplice”.

“Avevo un accordo con il Chelsea per essere pagato mensilmente e ho trovato lavoro a giugno. Quindi il Chelsea mi ha pagato quattro mesi del mio stipendio. Non ho mai ricevuto un risarcimento di 10 o 15 milioni di sterline.  È stato esattamente lo stesso con il Tottenham: un pagamento di tre mesi perché sono andato subito allo Zenit San Pietroburgo e un pagamento di 500.000 sterline per il risarcimento. E questo è tutto.

Ora vuole fare lo scrittore: “Mi piace scrivere. Scrivo molto. Cose diverse. Scrivo col cuore. Cose molto emotive legate al Porto, al Marsiglia, alla mia vita. Tempo, spazio, amore. Le mie parole sono… molto viscerali”.

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