A Specchio: «Sinner vincerà più Grandi Slam di Berrettini. Io? Ci sono cose di cui non vado fiero, ma credo di aver aggiunto qualcosa al tennis».
Su Specchio una lunga intervista a John McEnroe. Definisce Alcaraz alla stessa stregua di Borg.
«È incredibile quanto copra bene il campo. Penso che sia uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi. Ha 19 anni ed è al pari di Borg, o di Chang al suo apice, fenomenale da guardare. Tiafoe poi sta maturando. È un atleta incredibile. E ha fame».
Chi ha più possibilità di vincere uno Slam, Matteo Berrettini o Jannik Sinner?
«È una scelta difficile. In Italia dovete essere contenti, perché avete due uomini estremamente pericolosi. Berrettini ci è già arrivato vicino, quindi gli darei un leggero vantaggio. Penso che Sinner vincerà di più, sembra che stia trovando un’altra marcia. Non sono sicuro che sia ancora a suo agio a rete, gli manca il pezzo finale del puzzle. È cresciuto, e scegliendo Darren Cahill come allenatore ha fatto la mossa giusta. Oggi darei un leggero vantaggio a Berrettini, ma Sinner sarà quello che vincerà più Grandi Slam».
Chi dei due allenerebbe più volentieri?
«Entrambi sono ragazzi fantastici. Con Matteo sarebbe più simile a quando ho allenato Milos Raonic. Si tratta di capire cosa succede nella loro testa e tirarne fuori il meglio. L’aspetto positivo di Sinner è che è più giovane, quindi è più facile aggiungere qualcosa al suo gioco. Berrettini ci ha già mostrato quello che può fare. Ha un servizio incredibile, un diritto enorme ed è un grande agonista. Ma a questo punto della sua carriera non so se potrà cambiare molto. Ovviamente migliorerà il rovescio e ha la consapevolezza di essere un lottatore. Non voglio più fare il coach a tempo pieno con nessuno, ma sono due ragazzi che chiunque vorrebbe seguire».
Che cosa vorrebbe che la gente ricordasse di più di John McEnroe?
«La passione e l’amore per questo sport. Ci sono cose di cui non vado fiero, è vero, ma ho fatto del mio meglio per imparare dal passato e migliorarmi. Credo di aver rappresentato qualcosa di diverso quando ero in campo. Nessuno è perfetto, ma se guardiamo al quadro complessivo credo di aver aggiunto qualcosa al tennis».