A Sette: «Vivere accanto a un atleta non è facile, siamo molto sportcentrici. Chi ti sta vicino deve capire il perché delle tue continue rinunce».

Sette pubblica un’intervista a Gianmarco Tamberi, atteso ai Mondiali di atletica a Eugene. Parla del rapporto con il padre, che ha “licenziato” qualche giorno fa dal ruolo di suo allenatore, salvo poi fare marcia indietro dopo l’intervento della Federazione, che ha ricomposto almeno momentaneamente la frattura.
«Avere il proprio padre come allenatore ha i suoi pro e i suoi contro: sai che ti puoi fidare delle scelte della persona che ti segue perché hai alle spalle anni e anni di rapporti personali, per contro sono incastri delicati. Noi peraltro non abbiamo mai avuto un bel rapporto padre/figlio; mentre abbiamo costruito un rapporto allenatore/atleta che ha funzionato. Negli anni è sempre stato il secondo a prevalere rispetto al primo».
Racconta che a stargli più vicino, in questi ultimi anni, è stata la fidanzata Chiara.
«Soprattutto Chiara, la mia fidanzata. Dovrei farle un monumento! Mi ha dato serenità, mi ha consolato. Ha messo da parte tantissime cose, senza che io glielo chiedessi. Gran parte di quell’oro olimpico è anche suo. Vivere accanto a un atleta non è per niente facile, siamo molto sportcentrici. Il nucleo del mio mondo è Chiara, ma quando mi alleno o preparo una gara importante, tutta la mia testa va su quell’obiettivo. Anche le cose più piccole vengono condizionate: se pensiamo di andare fuori a cena, guardo a che punto sono con il peso o quando è l’allenamento successivo. Salto compleanni, feste con amici. Un atleta che vuole puntare ad essere il primo al mondo, ogni scelta che prende – dal mattino alla sera – è per l’obiettivo che si è posto: da cosa mangia a colazione a quello che fa nel pre e post allenamento o prima di dormire. Questo ha condizionato anche la mia vita con Chiara: siamo insieme da 12 anni, ci saremmo potuti sposare o avere un figlio anche prima, ma volevamo fosse un momento dedicato a noi e questo poteva avvenire solo dopo aver fatto l’Olimpiade. Chi ti sta vicino deve avere tanta pazienza e capire il perché di quelle rinunce. Chiara è stata super, ha compreso i miei sacrifici che sono stati di riflesso anche i suoi».