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Spinazzola: «Gli haters? Gente frustrata, non ti conosce e ha bisogno di sentirsi importante odiando»

Alla Gazzetta. «Mourinho mi chiamò prima dell’Europeo. Mi disse: “Hai paura?” Gli dissi di no e mi diede l’in bocca al lupo»

Spinazzola: «Gli haters? Gente frustrata, non ti conosce e ha bisogno di sentirsi importante odiando»
Mg Tirana (Albania) 25/05/2022 - finale Conference League / Roma-Feyenoord / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Leonardo Spinazzola

«Finalmente posso fare una preparazione dall’inizio, è da tre stagioni che non mi accadeva. Mi sento bene, tranquillo di testa. E sono felice che siano arrivati giocatori importanti: alzeranno molto il livello della squadra»

Spinazzola rilascia un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Ne riportiamo un estratto.

«Sul braccio sinistro ho tatuato la mia famiglia, moglie e figli. Ma devo finire ancora la fenice, faceva malissimo. Ci tengo, simboleggia l’uccello che risorge dalle sue ceneri».

Fermarsi l’ha fatto crescere.

«Quando l’ho detto mi sentivo così, subito dopo però mi sono sentito la preda del leone. In tanti potevano mollare e abbattersi, mentre io venivo dall’Europeo, il mio momento più bello a livello calcistico, poteva arrivare di tutto. Dopo l’operazione lavoravo come un matto, poi ho avuto due mesi molto difficili. Ma è il passato».

Rapporto con gli haters?

«Ci rido su. E’ gente frustrata, che non ti conosce ma ha bisogno di sentirsi importante odiando. Ma ci sono persone che ci stanno male davvero».

Chiellini a Los Angeles.

«Per lui era un sogno, non parlava di altro, era eccitatissimo, aveva pianificato tutto già un mese prima di andare: casa, ristoranti, gite. In America gli si possono aprire tante porte. Se mi piacerebbe fare la stessa cosa a fine carriera? Sì, per conoscere una lingua e una cultura diverse. E aiutare i miei figli a imparare l’inglese. Io non lo parlo, me la cavo con lo spagnolo perché impazzisco per il reggaeton. Ma c’è tempo».

Mourinho.

«L’anno scorso mi ha dato una grande mano, mi dava forza e tranquillità. Scherza in campo, ma vuole che si lavori sodo. Se gli dai questo, in cambio ti dà tanto. E’ una persona trasparente e diretta. E se non hai queste doti non puoi allenare squadre come Real Madrid o Chelsea, con i migliori giocatori del mondo. E soprattutto non puoi vincere ovunque».

Ha mai chiamato anche lei?

«Una volta, prima dell’Europeo. Mi disse: “Hai paura?” Gli dissi di no e mi diede l’in bocca al lupo».

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