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L’Equipe racconta Sinner: sa mettersi in discussione, ha cambiato la battuta in una notte

Il quotidiano racconta la trasformazione dopo una sconfitta al Queen’s. «Devi avere una mente aperta per cambiare l’impostazione a stagione in corso»

L’Equipe racconta Sinner: sa mettersi in discussione, ha cambiato la battuta in una notte
Roma 12/05/2022 - Internazionali BNL d'Italia / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY

Oggi pomeriggio a Wimbledon si gioca il quarto di finale tra Novak Djokovic e Jannik Sinner che negli ottavi ha dominato Alcaraz. L’Equipe si sofferma sul servizio di Sinner e sulla capacità dell’italiano di rimettersi in discussione.

Devi avere una mente aperta per mettere in discussione, all’età di 19 anni, una tecnica che ti ha appena portato alla finale di un Masters 1000. E una profonda determinazione ad accettare di aprire un cantiere così importante nel bel mezzo di una stagione. Jannik Sinner ha tutto questo e lo ha dimostrato un anno fa.

Racconta L’Equipe che Sinner lo scorso anno non era affatto contento della sua battuta dopo aver perso al Queen’s numero 309 al  mondo. Sulla seconda palla, fece meno del 40% dei punti. E decise di cambiare.

Il giorno dopo, sempre al Queen’s, vinse il primo turno di doppio con Feliciano Lopez, con un altro servizio.

Cosa era cambiato? Il modo di servire. Invece di avvicinare il piede posteriore al piede anteriore, d’ora in poi, l’italiano serve con i piedi fermi, leggermente accostati all’inizio del movimento rispetto al giorno prima. Restano fermi fino allo stacco per battere. Solo ventiquattro ore per cambiare! “È certamente più facile fare cambiamenti in bassa stagione”, ammette l’italiano, che all’epoca era 23esimo nella classifica Atp, “ma ho avuto la sensazione di dover cambiare subito il mio servizio”.

Prosegue il quotidiano sportivo francese:

Sinner non ha raccolto immediatamente i benefici della sua nuova tecnica (“Non sono un robot, quindi ci è voluto un po ‘ di tempo di adattamento, ma è stato comunque molto veloce”), ma ha presto scoperto che il nuovo servizio richiedeva meno sforzo, consapevole che “è diverso per tutti. Se guardi i battitori più forti (Isner, Karlovic, Opelka…), la maggior parte servono stringendo i piedi durante il movimento. A volte possiamo andare nella direzione sbagliata, ma sono aperto a tutti i tentativi. Cambierò di nuovo tra tre anni? Può essere».

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