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Zaniolo: «Ho fatto 8 gol dopo due anni senza pallone. Era da folli pensare che potessi farne di più»

Alla Gazzetta. «Giocare contro Ibra un sogno. Non ho avuto il coraggio di avvicinarmi, l’ho studiato da lontano: è un leader carismatico, un fenomeno»

Zaniolo: «Ho fatto 8 gol dopo due anni senza pallone. Era da folli pensare che potessi farne di più»
Roma 14/04/2022 - Conference League / Roma-Bodo Glimt / foto Image Sport nella foto: esultanza gol Nicolo' Zaniolo

Suo figlio Tommaso è «l’emozione più bella della sua vita», giocare contro Ibra «è stato un sogno», l’estate sarà caldissima ma lui la passa ad allenarsi a 30 minuti da La Spezia, per archiviare definitivamente i due crociati rotti. Nicolò Zaniolo rilascia alcune dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport.

«L’obiettivo di quest’anno era non fermarsi, riprendere continuità e tornare ad essere un calciatore. Ho segnato 8 gol, che a qualcuno sembrano pochi, ma era da folli pensare che potessi farne 25-30 dopo due anni senza pallone. E poi, abbiamo regalato ai nostri tifosi un trofeo che mancava da tantissimo. Quindi, è andata benissimo».

L’Italia senza Mondiali…

«Il Mondiale era un obiettivo e sono dispiaciuto, ma sono anche abituato a rincorrere, nel mezzo ci saranno altri obiettivi».

Mourinho gli ha insegnato a guardare la partita dalla panchina senza fiatare, a mordersi la lingua. Lo dimostra anche quando parla di mercato.

«L’interesse delle grandi squadre mi fa piacere: se pensano a te vuol dire che vali. E questo no, non mi distrae né mi fa montare la testa. Piuttosto mi alleno ancora più motivato: voglio dimostrare che sia giusto essere accostato a questi top club. Andar via? Se dovesse succedere, mi mancherebbero tante persone, non solo Abraham»

Dybala.

«Mi sembra anche eccessivo essere paragonato a lui. Lui è unico, un giocatore fantastico, fortissimo. Vediamo. La vita è imprevedibile, non si sa mai cosa succede. Io mi alleno. E aspetto».

Ibra.

«Ecco, tra gli obiettivi raggiunti in questa stagione c’è la nostra partita insieme, che hanno vinto loro 3-1, ma che per me è stata comunque bellissima. Io ho coronato un sogno. Non ho avuto il coraggio di avvicinarmi, mi sono vergognato… Ma l’ho studiato da lontano: per l’approccio alla partita, per come si muove da leader carismatico, Ibra è un fenomeno. E sono contento che abbia vinto lo scudetto, lui ha riportato in alto il Milan e se lo meritava. È l’ultimo? Se lui ha ancora voglia…»

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