El Paìs racconta l’arrivo di Benedetta Pilato sull’autobus della Nazionale e descrive l’affiatamento come esempio di energia contagiosa

In Spagna sono impazziti per il nuoto italiano. Già nei scorsi El Mundo aveva dedicato articoli ai nostri successi, così come El Paìs. Che oggi ha fatto un approfondimento sia dal punto di vista tecnico sia sotto il profilo del gruppo. L’articolo si apre col racconto di Benedetta Pilato che sale sull’autobus. Quanta differenza rispetto agli episodi di nonnismo che anni fa furono costretto a subire Ceccon e Burdisso.
L’aria è carica di elettricità quando Benedetta Pilato sale sull’autobus. C’è il bel Martinenghi, i fisioterapisti si agitano, i tecnici ridono e dal passaggio si sentono battute umoristiche che rimandano all’origine meridionale di questa ragazza di 17 anni, che senza togliersi gli occhiali da sole risponde con il sorriso penetrante e l’equilibrio di chi si sente padrone assoluto della situazione. “Terrona…!”, le urla un compagno. “Vai a ballare la tarantella…!”. “Taci tu, indipendentista veneto!”.
Una fonte di energia contagiosa, la ragazza non solo fa ridere il gruppo. Provoca il fascino delle cose difficili da spiegare. Nasce a Taranto, in Puglia, una delle regioni più depresse d’Europa. Nella sua città non ci sono piscine da 50 metri, è costretta ad allenarsi in una da 25. Fin dall’età di cinque anni, i suoi progressi sono stati supervisionati da Vito D’Onghia un funzionario del ministero della Salute che non può accompagnarla alle grandi competizioni perché non ha la qualifica di coach di alto livello. L’anno scorso ha battuto il record del mondo nei 50 metri rana, e la scorsa settimana ha ottenuto l’oro nei 100 ai Mondiali di Nuoto che si sono appena chiusi a Budapest con figure storiche per l’Italia.