L’atletica leggera italiana studia il sonno di Berrettini, il nostro sport fa sistema

Su La Stampa. Il ct di atletica La Torre: «Ci hanno chiesto una mano. Lui e Jacobs due gladiatori intelligenti. I miglioramenti, anche piccoli, fanno la differenza»

Berrettini

Roma 12/07/2021 - Nazionale di Calcio Italiana a Palazzo Chigi / foto Pool/Insidefoto/Image Sport nella foto: Mario Draghi-Matteo Berrettini

La Fidal – Federazione Italiana di Atletica Leggera – che mette i suoi strumenti a disposizione di Matteo Berrettini, creando un circolo virtuoso e… potente. Sì, potente. Lo racconta l’edizione odierna de La Stampa con un articolo minuzioso che raccoglie le dichiarazioni di Antonio La Torre il ct della nazionale azzurra di atletica leggera. Durante i 3 mesi di stop di Berrettini per l’infortunio alla mano, è stato messo in contatto a più riprese con Vincenzo Santopadre il coach del numero 11 al mondo. Ed è stata una corrispondenza importante per garantire a Matteo di riprendere ad un certo livello. Lui e Jacobs – allenato da La Torre – sono «due gladiatori intelligenti», ha dichiarato.

«Io sono per un approccio olistico, che non trascuri nessun aspetto e sia attento ai cosiddetti «marginal gains», i miglioramenti anche piccoli che insieme fanno la differenza, per questo apprezzo l’impostazione aperta di Santopadre, e gli ho consigliato di mettersi in contatto con Jacopo Vitale, che studia le dinamiche del sonno, e Gennaro Boccia, che si occupa di questioni neuromuscolari».

Lo sport oggi è anche questo. Lo sport in genere. Vale per i tennisti, per i velocisti, vale anche per i calciatori. È studio, studio dei dettagli. Gli atleti devono avere cura del loro sonno, finanche della “pennichella”. Lo spiega proprio Vitale, 34 anni, milanese, responsabile di Laboratorio all’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. Ha raccontato a La Stampa il percorso fatto con Berrettini.

«Abbiamo messo sotto osservazione per una settimana Matteo a maggio, quando era fermo a Monte-Carlo: per capire la sua normalità era essenziale studiarlo in una situazione “casalinga”. Abbiamo utilizzato strumenti scientifici come l’actigrafo, che è una sorta di orologino che permette di monitorare la quantità e la qualità del sonno (…). Inoltre abbiamo chiesto a Matteo di aiutarci tenendo un diario, e lo ha fatto con grande impegno»

Visti i risultati, è stato un lavoro eccellente. Sebbene migliorabile, dice Vitale, almeno «nella fase tra la cena e il momento di coricarsi» e nella pennichella, che «va calibrata».

«Meglio fra le 13 e le 16, quando non compromette il riposo della notte seguente. La durata ideale è sotto i 30 minuti, perché non si entra in una fase di sonno profondo, ma se si tratta di recuperare si può arrivare anche a 90».

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