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Gli storici soci bergamaschi lasciano l’Atalanta, il club di Percassi sempre più straniero

Lasciano Radici e Selini. In tutto per 25 milioni. Una battaglia di due mesi per essere liquidati a un prezzo che tenesse conto dell’aumento di valore del club

Gli storici soci bergamaschi lasciano l’Atalanta, il club di Percassi sempre più straniero

Il mondo va avanti, delle radici bergamasche dell’Atalanta restano i ricordi. Si è consumato lo strappo tra la nuova Atalanta (di Percassi e soprattuto dello statunitense Pagliuca) e gli storici soci della città. La polemica era nata circa due mesi fa all’indomani della cessione dei Percassi. I soci protestarono: non ne sapevano niente. Ma, soprattutto, poiché con l’ingresso degli americani era cresciuto il valore del club, non volevano essere liquidati alle vecchie cifre. Una polemica, come dire?, romantica. Percassi voleva liquidare loro a un prezzo ribassato.

Come scrive oggi il Corriere Bergamo:

È il destino delle grandi storie. Che siano d’amore, societarie o calcistiche. Quando finiscono, entrano in campo gli avvocati, si tratta per arrivare all’accordo, si litiga per la cifra, puntando a spuntarla più alta possibile, perché vabbé il sentimento, ma non c’è importo che non possa rivelarsi abbastanza consolatorio.

Escono due nomi storici: Radici e Selini (entrambi avevano il 5,32%). I fratelli radici sono stati liquidati con 15 milioni, Selini con 11.

Giorni fa, lo stesso Corriere Bergamo aveva spiegato la battaglia, soprattutto dei Radici.

La Partecipazioni Radici, già in passato, aveva chiesto che il proprio pacchetto fosse ricompreso nell’alveo de La Dea Srl, e cioè assimilato al tesoretto societario di Antonio Percassi così da poter beneficiare nell’eventualità di una cessione di quote (cosa che poi è avvenuta) del patto di trascinamento (e cioè una valorizzazione identica a quella che Percassi avrebbe poi spuntato). La questione «trascinamento» rimasta nelle segrete stanze per anni, era riemersa con prepotenza all’indomani dell’annuncio della cessione del pacchetto di maggioranza della Dea a Pagliuca, con una pretesa di rivalsa irricevibile, dal punto di vista societario, per lo stesso Percassi. Il motivo è semplice: un conto erano le azioni della Dea un altro quelle dell’Atalanta. E Percassi agli americani ha venduto del suo. Euro più euro meno, Percassi, o più precisamente la Dea H, la holding che oggi controlla l’Atalanta, dovrà allargare i cordoni della borsa per oltre 25 milioni di euro, il prezzo da pagare per ottenere in ambito societario una maggioranza che superi abbondantemente il 90%, soglia necessaria per poter accedere ad un futuribile e del tutto probabile riassetto societario delle varie partecipate.

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