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Gli azionisti locali dell’Atalanta, cornuti e deprezzati in nome della presunta identità bergamasca

Percassi ha venduto senza dire nulla e ora, scrive il Corriere Bergamo, pare che abbia proposto loro il conferimento delle quote a un prezzo ribassato

Gli azionisti locali dell’Atalanta, cornuti e deprezzati in nome della presunta identità bergamasca
Db Reggio Emilia 26/05/2019 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Sassuolo / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Antonio Percassi

Il socio di maggioranza, Percassi, vende (agli americani che ora vogliono il Chelsea) e nessuno, a quanto risulta, ne sapeva niente in via ufficiale. Starebbe qui – secondo l’edizione odierna del Corriere Bergamo – l’origine dei malumori degli azionisti locali dell’Atalanta, membri storici del cda. Lasciati fuori de facto, con quote in sostanza ininfluenti. Parliamo di Marino Lazzarini, della famiglia Radici, di Selini, di Paolo Fratus, figlio di Isidoro. Gente che «rappresenta Bergamo e la sua storia», si lascia scappare un piccolo azionista. Il Corriere ne fa un ritratto.

Lazzarini è imprenditore del settore dolciario, uomo di una grande mitezza, l’Atalanta è stata quasi una seconda famiglia in cui immettere sentimenti (il Club Amici dell’Atalanta con tutte le iniziative correlate) e soldi. Due cose che sono andate d’accordo per molto tempo. Ma quando i tempi sono cambiati, causa pandemia, e quel 5% di azioni dell’Atalanta che deteneva ha dovuto essere monetizzato, Lazzarini si è visto riconoscere dal patron Percassi a cui si era rivolto, offrendogli il suo pacchetto, un controvalore di 2 milioni e mezzo di euro. Stima basata sulla valutazione del patrimonio netto della società nerazzurra di 50 milioni di euro.

I bergamaschi hanno sempre goduto nel cda dell’Atalanta di un «coinvolgimento» operativo a fronte di un sostegno economico che non è mai mancato, anche in tempi non sospetti. Si pensi, ad esempio, ad un Selini responsabile del settore giovanile o alla passione nerazzurra di Maurizio Radici (il fratello Angelo un po’ meno, dal momento che è di dichiarata fede interista) che non gli ha mai fatto perdere una sola partita in tribuna e in Europa e che si è declinata in tante azioni di sostegno alla società. Ma ultimamente, secondo i beneinformati, Maurizio Radici allo stadio si starebbe vedendo molto meno. Alla base della situazione tesa ci sarebbero diversi elementi, in primis l’assenza di informazioni sull’arrivo dei fondi americani e sulla cessione del consistente pacchetto della Dea srl; è una società di Percassi, d’accordo, e il patron poteva disporne come voleva e (come ha fatto) senza darne informativa al cda. 

Ora, qual è il punto? Lo chiarisce ancora il Corriere Bergamo. Pare che la famiglia Percassi abbia proposto a Selini e al gruppo Radici il conferimento del loro 5% a un prezzo stracciato. La cosa avrebbe irritato non poco gli azionisti, che hanno rilanciato aprendo una trattativa per vendere a prezzo pieno, e cioè al prezzo definito dalla cordata americana. L’auspicio del Corriere – forse romantico – era che almeno uno di loro potesse rimanere nell’amministrazione del club. Pare proprio che non sarà così.

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