ilNapolista

96 morti e insabbiamenti: ecco cosa è Hillsborough, e cosa poteva diventare la finale di Champions

La stampa inglese non se ne fa una ragione: il parallelo con la più grande tragedia sportiva nella storia del calcio è inquietante

96 morti e insabbiamenti: ecco cosa è Hillsborough, e cosa poteva diventare la finale di Champions

Hillsborough è un fantasma. Una tragedia che troverete su tutti i giornali inglesi che da sabato sera lo rievocano, come un trauma mai superato. E solo sui giornali inglesi, che giustamente non si fanno una ragione dello scandalo della finale di Champions di Parigi. “Poteva essere come Hillsborough“, è un mantra sulla stampa inglese, zeppa di testimonianze che rinfacciano al governo francese il pericolo cui ha sottoposto migliaia di persone fuori allo Stade de France. Potevano morire delle persone. Decine di persone. Poteva essere una tragedia, come Hillsborough. E come allora la politica (francese) cerca di insabbiare le responsabilità. Il parallelo è anche quello. E allora ricordiamo cosa successe il 15 aprile 1989 all’Hillsborough Stadium di Sheffield, durante il match di Fa Cup tra Liveropool e Nottingham Forest.

Novantasei tifosi morirono schiacciati in una ressa provocata – appurerà poi una Commissione indipendente voluta dal Cameron – da soccorsi inefficienti e dalla disorganizzazione della polizia. È considerata ancora oggi la più grande tragedia sportiva nella storia del calcio inglese.

La partita si giocava in campo neutro, per l’accesso alla finale di Fa Cup, la coppa d’Inghilterra. Paradossalmente era partita particolarmente attesa anche perché, per via della tragedia dell’Heysel, le squadre inglesi erano escluse dalle competizioni europee. La coppa di casa aveva un valore aggiunto.

Alle 14.30, quando mancavano solo 30 minuti all’inizio della semifinale, migliaia di supporter del Liverpool vengono convogliati fuori ai tornelli dei settori 3 e 4, a loro riservati. Settori che, si scoprirà successivamente, hanno una capienza inferiore a 2mila posti, troppo pochi. Con gli spalti già stracolmi la polizia decise di aprire un altro cancello, il Gate C. Un imbuto nel quale finirono tutti, anche chi non aveva il biglietto (un altro punto in comune con la situazione di Parigi). Chi entrava schiacciava quelli già dentro verso le recinzioni. Recinzioni molto resistenti, “anti-hooligan”.

Il match cominciò con la calca che provava a trovare vie di fuga. Una transenna che separa la parte superiore dalla parte inferiore di un settore crollò facendo precipitare centinaia di persone. Un poliziotto entrò in campo a fermare il gioco, ordinando la sospensione della partita. La polizia continuava a tenere chiusi i cancelli, impedendo alla gente di uscire. I soccorsi arrivarono in ritardo. Morirono 94 persone subito. Uno qualche giorno dopo in ospedale e l’ultimo nel 1993, dopo quattro anni di coma.

Il post è ciò che i giornali inglesi ora rinfacciano al governo francese: le autorità provarono a dare la colpa agli hooligans. Il Sun pubblicò un paio di giorni dopo la versione di anonimo poliziotto e di un membro del partito conservatore, che accusavano i tifosi Reds di aver ostacolato i soccorsi, di avere attaccato la polizia e i soccorritori e avere fatto azioni di sciacallaggio nei confronti dei tifosi morti e feriti. Da quel giorno, tutti i tifosi del Liverpool iniziarono un boicottaggio nei confronti del Sun che dura ancora oggi.

Il 4 agosto 1989 venne pubblicato il risultato dell’inchiesta voluta dal governo: la colpa dell’incidente fu attribuita alla decisione della polizia di aprire il Gate C, ma anche alla lentezza con cui venne gestita la situazione. Ma si decise di non procedere con alcuna denuncia per insufficienza di prove.

Nel 2009, vent’anni dopo la tragedia, il governo inglese di David Cameron formò una commissione indipendente, The Hillsborough Independent Panel, per analizzare i documenti fino a quel momento secretati in possesso del governo. Dopo quasi tre anni e circa 450mila documenti analizzati, la commissione concluse che le responsabilità dell’incidente erano in gran parte dovute alla cattiva gestione della polizia e all’inefficienza dei soccorsi. E che almeno 41 dei 96 morti potevano essere salvati da un intervento più efficace dei soccorsi. Inoltre, emerse che la South Yorkshire police e i servizi di emergenza tentarono di insabbiare la verità passando ai media informazioni false concepite appositamente per coprire le proprie responsabilità. Gli agenti svolsero persino delle ricerche su coloro i quali rimasero uccisi con l’intento di “compromettere la loro reputazione”. Il primo ministro, davanti al Parlamento, chiese scusa ai familiari delle vittime.

ilnapolista © riproduzione riservata