Il tribunale di sorveglianza di Venezia ha concesso all’ex calciatore del Palermo la misura alternativa dell’affidamento in prova
Diversi mesi in carcere – a Rovigo – per Fabrizio Miccoli ex attaccante e capitano del Palermo. A novembre la condanna definitiva a tre anni e mezzo per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Una vicenda di dieci anni fa, Miccoli aveva commissionato al figlio di un boss siciliano di recuperare 12mila euro dal proprietario di una discoteca. Emersero particolari agghiaccianti tra cui alcune frasi rivolte dall’ex calciatore a Giovanni Falcone.
La notizia (di ieri) è che è tornato in libertà. Il tribunale di sorveglianza di Venezia gli ha concesso la misura alternativa dell’affidamento in prova, accogliendo il ricorso del suo avvocato. Miccoli potrà anche allenare a scuola calcio, ma non potrà rientrare a casa oltre la mezzanotte né frequentare pregiudicati.