Yarmolenko: «Ho chiesto a Tymoshchuk come fa a dormire la notte. Mi ha mandato a fanculo»
Tymoshchuk non ha mai apertamente condannato l'invasione e lavora in Russia. «Probabilmente ha paura. Non so come potrei vivere con questo peso»

Db Arco di Trento (Tn) 20/07/2012 - amichevole / Napoli-Bayern Monaco / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Anatoliy Tymoshchuk
È stato perfino formalmente disconosciuto dalla Federazione calcistica ucraina, in patria quando va bene lo chiamano “il traditore”, più spesso “il venduto”. È la vicenda oramai nota di Tymoshchuk, ex centrocampista del Bayern Monaco. È il calciatore con più presenze nella storia dell’Ucraina. Dopo l’invasione di Putin ha continuato il suo lavoro nello staff tecnico dello Zenit, non ha interrotto il suo rapporto lavorativo col club russo. E non ha mai condannato apertamente la guerra, né ha espresso posizioni su quanto sta accadendo. Un comportamento che è stato ritenuto inaccettabile dall’opinione pubblica del suo Paese.
Il silenzio è stato interrotto poche ore fa. Privatamente, certo. Yarmolenko, calciatore del West Ham, ha rivelato di aver sentito telefonicamente Tymoshchuk.
«Premetto che per me ‘Tolia’, quando giocavamo insieme, era un esempio di professionalità. L’ho sempre ammirato. Quando è iniziata la guerra, per me è stata una sorpresa la sua scelta di rimanere in silenzio. Gli ho scritto un messaggio. Gli ho chiesto come facesse a dormire la notte. Mi ha risposto: “Non riesco a dormire, proprio come te”. Non gli ho più scritto, ma mi ha chiamato. E allora gli ho chiesto: ‘Perché taci? Sei stato un esempio per me. Ti ho ammirato, ma ora non esisti nella mia vita’. Mi ha mandato a fanculo, l’ho mandato anch’io. E qui è finita la nostra conversazione»
Il trentaduenne ucraino ha provato a interpretare le parole dell’ex Bayern.
«Probabilmente ha paura, non sa cosa gli può succedere se dice qualcosa. Ha una moglie e dei figli e sono russi. Io tutto questo lo capisco molto bene. Ma Tymoshchuk ha anche amici in Ucraina, i cui parenti stanno morendo. È legittimo prendere la tua famiglia e andare a vivere altrove ma non ci si può esimere dall’esprimere una posizione. Penso che abbia guadagnato abbastanza soldi per vivere in qualsiasi parte del mondo. Non capisco come possa continuare a convivere con questo: i suoi genitori sono dall’altra parte e lui è dalla parte da cui sparano, uccidono. Non so come potrei vivere con questo peso»