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El Paìs: Il City ha passato il turno ma Simeone ha vinto la battaglia filosofica

Il giornale spagnolo fa notare che poche volte una sconfitta e un approccio così “conservatore” avevano esaltato a tal punto la figura di un allenatore

El Paìs: Il City ha passato il turno ma Simeone ha vinto la battaglia filosofica
Mg Milano 28/09/2021 - Champions League / Milan-Atletico Madrid / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Diego Simeone

Alla fine le semifinali di Champions andrà a giocarle il City di Pep. Al passaggio del turno, però, non necessariamente corrisponde la vittoria nello scontro “tra stili”, tra filosofie antitetiche, andato in onda tra il cholismo e il guardiolismo. Lo scrive il Paìs, che in qualche modo prende posizione: la sconfitta non ha ridimensionato Simeone. Anzi, se è possibile, lo ha esaltato. Il Cholo, addirittura, ne è uscito vincitore.

Il pareggio della partita di ritorno ha generato contraddizioni così inaspettate che Simeone e l’Atlético ne sono usciti vittoriosi nonostante non fossero arrivati ​​​​alle semifinali. Il terreno fertile per questo insolito trionfo era già stato forgiato dopo l’andata. L’Atlético ha perso 1-0 e ha trasmesso un’immagine ultra difensiva con quelle due linee a cinque che hanno spinto Guardiola a pronunciare la parola “preistoria”. Poche volte una sconfitta e un approccio così conservatore avevano esaltato così tanto la figura di un allenatore, al di là delle aspre critiche ricevute in Inghilterra o da personaggi di spicco del calcio come Marco van Basten o Arrigo Sacchi.

Era una battaglia filosofica, culturale, a cui in fin dei conti entrambi non sono proprio riusciti a sottrarsi, nonostante un iniziale tentativo che il Paìs definisce “ipocrita”. Non ci è riuscito «Guardiola, che si è rifiutato di rispondere alle domande sulle perdite di tempo della sua squadra negli ultimi minuti» e neanche ci è riuscito Simeone, che anzi «ha sbattuto in faccia a Guardiola che l’importante è vincere e che quindi il City ha dovuto ricorrere a trucchetti, a mezzucci che di solito vengono attribuiti all’Atletico».

La frase del Cholo, quella su Guardiola che ha lodato l’Atletico col disprezzo, in Spagna ha fatto letteralmente impazzire tutti. Alla fine ha perso ma non ha abbassato la testa, neanche in campo. La sua strategia, scrive el Paìs, era corretta su tutta la linea: ha impedito al City di giocare, sia all’andata che al ritorno. Ha messo paura al tecnico avversario. Ha preparato la sfida perché l’Atletico prevalesse fisicamente nell’ultimo tempo dei quattro giocati e ribaltasse il risultato. Ci è andato vicino, vicinissimo. Guardiola sembrava un pugile stordito dai colpi di Simeone.

Sconcertato come un pugile stiloso davanti a un altro pugile, scatenato, l’allenatore del City ha messo dentro un altro centrocampista, Fernandinho. Il City ha iniziato a ricorrere ai trucchi astuti che di solito vengono attribuiti all’Atlético.

È qui che è stata chiara la “sconfitta culturale” di Guardiola. Nove minuti di recupero, spinte e risse. Ederson che s’è reso protagonista di un paio di simulazioni. Rodri che ha addirittura dovuto riconoscere che quando manca poco tempo bisogna usare tutte le armi a disposizione, pure queste, pure le perdite di tempo. Vrsaljko che viene addirittura fermato dalla polizia alla fine della partita dopo un parapiglia con Walker e Carson: è l’immagine finale di uno scontro di stili dove è netta, innegabile, perfino sconvolgente, la vittoria di Simeone.
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