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El Pais: «Alcaraz è un prodigio controculturale, con 10 dipendenti a libro paga»

Tutti scrivono che è uguale a Nadal, ma il suo tennista-guida (per fisico e tipo di gioco) è Djokovic

El Pais: «Alcaraz è un prodigio controculturale, con 10 dipendenti a libro paga»

Il giochino della primavera tennistica è trovare un riferimento per Alcaraz. A chi somiglia? Nadal? Sì ormai è il fantasma che insegue. Ma molto probabilmente per tipo di gioco e predisposizione fisica è Djokovic il suo giocatore-guida. In ogni caso El Pais, che al campione 18enne stamattina dedica una paginata, scrive che è un “prodigio controculturale“. Cresciuto proprio così. Un “ragazzo di paese, di famiglia” cresciuto in un ambiente sano. Con Juan Carlos Ferrero mentore protettivo.

Ma il piccolo Carlos è un’azienda ambulante. Intorno a lui gravita uno staff di dieci persone che si prendono cura di tutti i dettagli. Il suo agente, Albert Molina, sovrintende (e facilita) il legame con Ferrero; Toni Cascales, mentore di quest’ultimo, consiglia dietro le quinte; la psicologa Isabel Balaguer coordina la ginnastica mentale e gli allenatori Alberto Lledó e Álex Sánchez scolpiscono il suo corpo, sotto il controllo dei fisio, Juanjo Moreno, Fran Rubio e Sergio Hernández. Il medico generico è Juan José López.

Perché Djokovic? Perché fisicamente è tutta fibra. La dieta a base di sushi, avocado, pesce, grigliate lo ha ridisegnato. E’ basso per gli standard odierni (1,85), ma compensa con mobilità e dinamismo clamorosi. “È un razzo”, scrive El Pais: “nella sua corporatura la fibra prevale sull’eccessiva muscolatura che potrebbe danneggiarlo”.

Ed è “controculturale” dal punto di vista del gioco:

“Dotato di un drop shot naturale, gioca con un’audacia che è in netto contrasto con il tennis robotico di oggi. Potenza e accelerazione allo stato puro. Seleziona il tipo di colpo come un veterano e interpreta il gioco sempre meglio”.

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