Carmignani: «A che servono i passaggi tra portiere e difensore se non si passa lo sbarramento degli attaccanti?»
Ad Avvenire: «Si chiedono ai portieri cose troppo complicate. Il Meret portiere non si discute. Non è abituato a giocare coi piedi perché gioca poco»

Db Napoli 24/02/2022 - Europa League / Napoli-Barcellona / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Alex Meret
Avvenire intervista Pietro Carmignani, storico preparatore dei portieri del Milan di Sacchi e suo vice in Nazionale. Il tema è quello degli errori sempre più frequenti dei portieri a cui si chiede la costruzione dal basso. Si parte da Radu, responsabile, con uno svarione, del gol che ha condannato l’Inter alla sconfitta contro il Bologna, nella partita di recupero giocata mercoledì. Carmignani attribuisce l’errore del portiere nerazzurro al fatto che non è abituato a giocare.
«è due anni e mezzo che non gioca. La responsabilità è di chi gli ha fatto fare in nerazzurro appena due spezzoni inutili e una sola gara in Coppa Italia».
E arriviamo alla costruzione dal basso.
«Questa è la diatriba classica che va avanti da alcuni anni: i portieri devono saper giocare con i piedi. Sì, certo, grazie. Ma i portieri devono soprattutto saper parare, poi è logico che debbano essere capaci di farlo, ma è un pregio in più. E anche qui: se non giochi sempre, paghi dazio».
Cita il caso di Meret.
«Oggi gli allenatori vogliono che i portieri comincino l’azione da fondo campo e per questo Gattuso gli preferiva Ospina. Contro l’Empoli Meret si è incastrato in quello che doveva essere prima un passaggio, poi un tentativo di dribbling, invece si è fatto soffiare la palla e ha preso gol. Non si discute il Meret portiere, ma l’abitudine a giocare con i piedi che non ha consolidato anche perché non gioca tanto».
Il problema è ciò che si chiede ai portieri.
«Intendiamoci, il ruolo si completa acquisendo certe capacità, non è più come un tempo quando bastava saper rinviare. Ma a volte vengono chieste ai portieri cose complicate e così vengono messi in difficoltà. Passarsi la palla lateralmente tra portiere e difensore non serve a niente. Cosa si risolve se la palla resta dietro la prima linea di sbarramento, quella degli attaccanti avversari? Diverso è se al portiere si chiede di superare quella linea con un passaggio, ma non è facile».
E aggiunge:
«Ai miei portieri ho sempre detto che, in caso di dubbio, era meglio che lanciassero in avanti, poi la palla l’avremmo riconquistata lontano dalla porta».
Anche l’errore di Buffon a Perugia è stato un errore di disattenzione, come quello di Radu, anche se ci sarebbe da discutere sul fatto che gli hanno passato la palla da centrocampo. Una cosa non necessaria, tranne che per alcuni allenatori.
«Per alcuni allenatori evidentemente sì, per quelli secondo cui il risultato viene dopo la prestazione e la palla deve girare. Prenda Guardiola, ad esempio, anche in City-Real: quante volte la palla è stata data indietro al portiere? Questione di scelte, di mentalità. Ma io apprezzo maggiormente la concretezza. Il Real ogni volta che aveva palla cercava il contropiede per andare sempre al tiro. E così ha tenuto aperta la semifinale».