Per il giornale inglese c’è Napoli-Milan ma non c’è paragone col 1988: «anche il Milan, ultimo nel girone di Champions, non dà affatto l’idea di poterne vincere due di fila come fece Sacchi»

Il Guardian commenta Napoli-Milan con un occhio al passato. Un passato irripetibile, irrimediabilmente distante dalle miserie del presente. Vale per entrambe le squadre, probabilmente per tutto il nostro campionato.
«La prospettiva che il Milan e il Napoli si contendessero uno scudetto ha portato le menti al 1988, quando il genio di Maradona si scontrava con l’identità collettiva del Milan di Sacchi. Ma oggi nel Napoli non c’è Maradona, se non sulla sua serie assurdamente lunga di magliette. Ed è difficile immaginare un Milan ultimo nel suo girone di Champions vincere due coppe europee consecutive, come fece la squadra di Sacchi».
In questo presente, certo, ha il merito di distinguersi Giroud. Le sue parole a Dazn (ha detto che vuole essere un fratello maggiore per i giovani) sorprendono il Guardian. Il francese ha cambiato per la seconda volta (dopo la doppietta nel derby) la storia della Serie A. A un «grande fratello», sportivamente, non si può chiedere di più. La sua prestazione è ottima, il giornale inglese la descrive.
Per 68 minuti, ha guidato l’attacco, senza il timore dello scontro fisico anche dopo il profondissimo graffio sullo stinco sinistro che s’è procurato nello scontro con Koulibaly. Alla fine del primo tempo sembrava esausto, sdraiato sul tappeto erboso mentre il resto dei giocatori si dirigeva verso il tunnel dello stadio Maradona. Eppure sarebbe stato proprio lui a decidere la partita dopo l’intervallo.
Il gol, appunto. Non si può parlare, per il Guardian, di fortuna nella deviazione. Anzi, viene lodata «l‘intelligenza di Giroud nel muoversi nello spazio al momento adatto alle spalle di Koulibaly, posizionandosi al punto giusto per essere decisivo su qualsiasi palla capitasse al centro dell’area».