Conti: «I primi tempi alla Roma mi chiudevo in bagno per evitare i giornalisti, mi sentivo inadeguato»
Ad Avvenire: «Non sapevo parlare, avevo la quinta elementare. Tornassi indietro non abbandonerei la scuola, un piano B ci vuole sempre»

Avvenire intervista Bruno Conti, storico ex Roma. La settimana prossima sarà presentata la sua autobiografia “Bruno Conti. Un gioco da ragazzi”. Racconta un suo rammarico: aver lasciato la scuola.
«Tornassi indietro una sola cosa non rifarei, abbandonare la scuola. Ho smesso in quinta elementare per andare a fare il mattonatore e poi il commesso in un negozio di casalinghi. Il calcio certo mi ha formato, ma un piano B nella vita serve sempre e quello te lo dà solo la cultura. Quando la Roma mi mandò in prestito al Genoa presi la licenza di terza media in una scuola serale, poi tornai in giallorosso e alle prime conferenze stampa mi chiudevo in bagno: avevo paura di affrontare i giornalisti. Non sapevo parlare, mi sentivo inadeguato… Perciò oggi ai giovani della Roma ricordo sempre: divertitevi con il calcio, ma non trascurate lo studio, che quello vi tornerà sempre utile».