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Napoli-Barcellona, Spalletti: «Desidero un Napoli che abbia la voglia dei tifosi»

«Dobbiamo fare come soldati in un videogioco: dare battaglia per conquistare una postazione. Chi lotta, può perdere; chi non lotta, ha già perso»

Napoli-Barcellona, Spalletti: «Desidero un Napoli che abbia la voglia dei tifosi»
Foto Calcio Napoli

L’allenatore del Napoli Luciano Spalletti ha presentato (con Giovanni Di Lorenzo) in conferenza stampa la super-sfida tra i partenopei e il Barcellona di Xavi, prevista domani alle 21.00 allo Stadio Maradona e valida per gli spareggi di Europa League. La vincente accederà agli ottavi di finale della competizione. Si tratta della partita di ritorno: all’andata, al Camp Nou, la partita è finita 1 a 1. In gol Zielinski e Ferran Torres. Come ampiamente ricordato, però, la regola dei gol in trasferta in Europa non vale più. Un ulteriore motivo di interesse per la partita di ritorno.

Di Lorenzo ha appena ripetuto due concetti: dobbiamo avere più coraggio ed essere più aggressivi. Ve lo siete detto in settimana?

Chi lotta può perdere, chi non lotta già ha perso. Bisogna andare dentro e prendere delle decisioni altrimenti si diventa dei passeggeri degli altri. Gli altri vogliono comandare la partita. Quindi fin da subito bisognerà far vedere le nostre intenzioni se non vogliamo essere costretti ad abbassarci. 

Le condizioni di Lozano, chiedono i sudamericani a Spalletti. Gli chiedono anche dell’alternanza tra Meret e Ospina. E poi un’opinione sulla partita di domani.

Per Lozano c’è bisogno di vedere giorno dopo giorno quello che succede perché ha bisogno di sentirsi la spalla solida. Ci stiamo lavorando, sta facendo una preparazione speciale. Dobbiamo fare anche altri accertamenti clinici, non si può prevedere. Vuole Ospina titolare? Se guarda le partite, si accorge che è titolare. Oppure per lei essere titolare vuol dire farlo giocare titolare anche in allenamento, o a casa? Ha sempre giocato. È stato infortunato quando non ha giocato. Le competizioni europee le ha giocate Meret. È una scelta che si fa, nessuna difficoltà. Ospina deve far vedere il suo valore quando è chiamato a giocare, come Meret. Uguale. Proviamo ad essere soldati di un videogioco, mandati da qualche parte e c’è da fare una battaglia per conquistare una postazione. O vai lì, spari e ti fai spazio o ti sparano gli altri e sei crepato, la postazione la prendono gli altri. 

Ha parlato spesso di «leggerezza talentuosa». A Cagliari c’è stato qualche problema. Quanto dovrà essere diverso il Napoli domani per giocarsi le sue chanches? È un momento importante tra campionato e Europa League: a che principi si ispira per le rotazioni?

Noi non dobbiamo farci caratterizzare da cose che avvengono qualche volta. Dobbiamo piuttosto fare leva sulle nostre qualità che ci hanno portato ad essere in questa posizione di classifica e ad essere qui a giocare col Barcellona. Sicuramente un po’ differenti da quello che è stato lo svolgimento della partita di Cagliari dove non siamo stati bravi a prenderla per mano e a portarla su un binario di leggerezza talentuosa, come la chiamava lei. È successo perché non siamo giocatori da contrasto areo, fisici. Siamo calciatori che devono giocare palla a terra. Bisogna portarla sulle nostre qualità. L’avversario si chiama Barcellona, è tra le squadre più forte al mondo, ma possiamo farcela lo stesso. L’abbiamo fatto tante volte questa stagione. Gli manca Messi – dicevano i calciatori – ma è ugualmente una squadra forte. Il nostro obiettivo? Rimanere impressi nelle menti degli sportivi per l’atteggiamento. Dobbiamo essere in campo l’espressione della nostra gente. Bisogna assomigliare alla volontà degli sportivi, dei tifosi. Le rotazioni? Che rotazioni dovevo fare a Cagliari? Nessuna pretattica, quale rotazione si fa a centrocampo? Si può vedere davanti ma bisogna avere un equilibrio essendo contro il Barcellona. Bisogna tenere presente che ci sono cinque sostituzioni, se un calciatore viene da un infortunio ed è stato tre o quattro partite fuori diventa pericoloso farlo partire titolare nella prima partita successiva al rientro. Bisogna vedere la situazione generale, ma diventa rischioso soprattutto se è un problema muscolare. Per cui sulle rotazioni non so. Si cerca di mettere una squadra equilibrata in campo tentando di sbagliare il meno possibile: il più bravo è quello che sbaglia di meno. 

Qual è la favorita di domani alla luce dell’uno a uno dell’andata? C’è una lezione più importante che il Napoli ha avuto a Cagliari che può tornare utile domani o nel prosieguo del campionato?

Non c’è favorita, questa partita è una di quelle che porterà all’eliminazione di una delle più forti di questa competizione. Tutte e due le squadre mireranno a non andare ai supplementari, nelle intenzioni vedremo una buona partita. La lezione che abbiamo ricevuto? Mah, sarà quello che metteremo in campo a far vedere alle persone che ci guardano quanto per noi è importante questa vittoria. Sicuramente la partita di Cagliari ha fatto vedere che c’è stata più fame di salvezza che fame di vincere lo scudetto. La partita ha detto questo. Vediamo la prossima, queste partite “da sogno”, come l’abbiamo intitolate precedentemente, sono le partite che aspettiamo sin dal momento in cui abbiamo avuto il primo pallone da giocare da bambini.

Decima partita in cinquantuno giorni per il Napoli. E alcuni ne hanno fatte di più perché sono andati con le nazionali. Il rischio di un affaticamento psicologico, al di là degli infortuni muscolari, va contemplato?

Sì, va contemplato. Perché poi è la testa che fa i muscoli forti, i nervi forti… questo fatto di poter valutare anche – come s’è tentato di fare – la trasferta di Cagliari di lunedì è per tentare di recuperare. Stare fermo un’ora e mezza in aereo prima di ripartire da Cagliari, tornare alle tre anziché alle due può voler dire qualcosa. Le partite sono ravvicinate: il calcio però oramai è questo qui e non dobbiamo avere timore di questo fatto. Se hai qualche calciatore in più a disposizione diventa più facile fare delle rotazioni, in questo momento qui non possiamo farlo perché il gruppo a disposizione è questo. E sta tutto nella forza di volontà dei calciatori. Devono procurarsi questa postura anche sistemandosela prima di andare incontro ad un evento. Non c’è tempo per recuperare. Non c’è tempo e oramai in questo calcio così forte -a l di là di essere attrezzati come società, perché in una partita si può buttare via molto – bisogna essere reattivi. Bisogna essere teste solide, forti, pensanti. 

In tutto questo contesto di difficoltà e tempi ristretti c’è una nota positiva: con l’affaticamento Insigne ha potuto riprendere un po’ di energia. È fresco domani?

Sì, è una nota positiva. E poi una nota buona è aver recuperato Politano, che Osimhen non abbia avuto complicazioni al ginocchio, che l’indurimento muscolare di Fabian Ruiz non si sia complicato. Nota buona è che Di Lorenzo non abbia avuto problemi con la botta alla testa. Usciamo sicuramente rafforzati dalla trasferta di Cagliari. Malcuit però purtroppo lo perdiamo per due o tre settimane. Però siamo a posto. Abbiamo la possibilità di mettere in campo una squadra forte e di avere sostituzioni in grado. Lorenzo partirà dall’inizio, ha quel livello di personalità e di qualità calcistica per direzionare anche il risultato di una gara così equilibrata e così importante.

Oggi il Barça è arrivato a Napoli e ha celebrato Maradona. Diego domani da che parte sarà?

Ho letto molte cose di Maradona e l’ho visto spesso quando è stato chiamato in causa: lui non rimaneva mai con un piede di qua e un piede di là. Lui prendeva posizione, sceglieva dove stare. Non aveva problemi a schierarsi. Io sono convinto che domani sera – visto anche il livello di qualità che ha il club catalano – proverà a stare buono ma poi verrà dalla nostra parte. E noi non avremo dentro la partita un calciatore di questo livello per rompere gli schemi. Tutti insieme però possiamo diventare una squadra degna di Maradona. E Diego sarà lì pronto ad applaudire le bellissime giocate, perché lui era abituato a giocate sensazionali: essendo domani sera uno spettatore, vorrà rivederle.

Dopo il gol del pareggio di Cagliari Osimhen ha portato la palla al centro del campo e ha provato a dare una scossa ai compagni. Il Napoli deve sempre mettere questo furore agonistico?

Anche nella capata che ha dato a quel pallone lì ha dimostrato di essere uno in sintonia con la risposta che ho dato su Maradona. Questo moto di incazzatura animale che bisogna avere in determinate situazioni ce l’aveva Maradona, ce l’ha Osimhen, bisogna che ce l’abbia anche qualcun altro. Quando ti viene addosso, quando fa quelle due o tre battute di seguito nell’andare ad attaccare gli avversari si vede che ce l’ha. Sono caratteristiche. Lui ha quegli strappi che bisogna supportare. Non è facile perché se i centrocampisti hanno 10 metri sotto, lui in 50 metri di velocità prende altri 20 metri. Deve farci arrivare, se va a tutto fuoco lui gli altri non vanno alla sua velocità. Bisogna avere una squadra compatta, corta. In delle qualità Osimhen è super, ha delle extra-qualità. Che non è facile ritrovare in tutti. 

Il Napoli è secondo a due punti dalla prima e dieci dalla quinta. Non solo: gli azzurri sono in corsa per gli ottavi di Europa League. Eppure il pareggio di Cagliari ha fatto sì che l’ambiente sprofondasse in una delusione profonda, in un pessimismo acuto. Come mai?

L’Atalanta ha una partita in meno, può fare un balzo in avanti vincendo quella lì. Però poi noi dobbiamo dare la priorità al fatt che questa squadra resti memorabile nel pensiero dei nostri tifosi. Vogliamo costruire un gruppo serio che si senta in campo – come dicevo prima – espressione della sua gente. Per cui si va a tentare di vincerle le partite, non si va ad accontentarsi di una posizione che si ha in classifica. È quella che andremo a guadagnare la posizione corretta in classifica. Ci deve essere questa ambizione di montare sempre addosso a quelle davanti, di andarle a pigiare perché noi si vuole posto. E quindi poi si capisce se i tifosi hanno delle ambizioni ancora più forti delle nostre. Però l’atteggiamento deve esser questo: niente è impossibile per noi. Ciò che è impossibile a noi è possibile a Dio e Dio sta con noi! Quindi si va a guadagnare l’impossibile.

Spalletti ha un grandissimo merito. Aver rivitalizzato calciatori come Rrahmani, Juan Jesus e Lobotka. Perché non è successo a Ghoulam?

Non ho nessun merito. Alleno dei calciatori, cerco di farlo in maniera corretta. Quello che vanno ad acchiappare è merito loro. Verrebbe da dire che lo stesso vale per i demeriti, ma non in riferimento di Ghoulam: l’ho limitato io, facendo scelte differenti. Invece lui fa vedere di essere un professionista che andrebbe a guadagnarsi più attenzione col comportamento che ha. Essendo ancora un momento dove c’è un pezzo di partite importanti di qui alla fine son convinto che in quel pezzo di partite riuscirà a ritagliarsi lo spazio che ha meritato e che non ha avuto a causa mia fino a questo momento. Uno spazio che gli sarà utile in futuro. 

Chi preferirebbe non avere contro tra Traoré o Dembelé domani?

È una domanda che va fatta a Xavi. Ci metterei anche Torres. Non si riesce bene a capire quando si ha calciatori di quel livello lì quale può essere l’espressione migliore nella partita. Dobbiamo fare leva non sulle non-qualità degli altri ma sulle qualità nostre. Dobbiamo affrontarli essendo convinti di avere una forza che possa determinare un destino importante. Non serve sperare che propongano poco. Sarebbe un futuro debole, un pensare da persone deboli.

La partita dell’andata l’ha definita «una partita da sogno». Questa?

Stiamo ancora dormendo. Il sogno si deve completare. Perché non c’è da fare alchimie strane, c’è solo da prendere delle decisioni, da cominciare a giocare dal basso quando presseranno come diceva Giovanni, perché la nostra strada è quella lì. Bisogna credere di avere una possibilità di dare uno sviluppo all’azione come sappiamo fare noi. Bisogna saper attaccare la linea difensiva perché giocano corti. Sono dentro il calcio che vuole portare Xavi: per me loro sono il Barcellona. Messi gli dava qualcosa in più, ma hanno tanti calciatori forti e sono sulla buona strada per tornare ad essere quella squadra lì. Per far risultato contro di loro ci vuole una squadra seria. Vogliamo fare risultato nei novanta minuti. 

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