Il pilota Honda a Diario As: “L’addio di Valentino? È stato un’icona ma la vita va avanti, anche senza Rossi la gente continuerà a guardare le moto. Io non sono più quello di prima”
Marc Marquez dice di non essere più quello di prima. Che il dolore – le operazioni, la diplopia – l’hanno cambiato. Solo una cosa non è cambiata: il rapporto con Valentino Rossi. “Non vado d’accordo con Valentino, si sa, ma non ho problemi ad ammettere che senza di lui la MotoGP perde un’icona importante e un pilota che ha attirato molto pubblico. Ma la MotoGP continua. Ci sono nuove generazioni e io sono il primo a dovermi reinventare, in modo che non mi buttino fuori dalla griglia. La vita va a vanti. Grandissimi piloti si sono ritirati, ma è vero che l’impatto di Valentino è stato molto grande. Il campionato continuerà sicuramente con lo stesso interesse e lo stesso spettacolo in pista. Quello che il tifoso vuole vedere è il sorpasso e lo spettacolo, che è assicurato. C’è Quartararo, Bagnaia e tanti piloti”.
Il pilota della Honda racconta in un’intervista a Diario As i mesi passati a non capire se sarebbe mai tornato davvero a competere:
“Il dolore cambia il tuo carattere. Questa è una cosa che non mi è mai successa prima. Non è la situazione o l’incertezza. L’anno scorso, ad esempio, gareggiavo con dolore e disagio, tutti intorno a me hanno sofferto. Non mi sono mai stancato di scusarmi, ma hanno capito. Ho detto loro di scusarmi, perché quando soffrivo il mio carattere cambiava ed ero meno ricettivo a tutto. Con le operazioni si soffre, ma più del dolore c’è l’incertezza di ciò che accadrà. Una volta che torni e vedi che non puoi, c’è il dolore psicologico e mentale, che è difficile da accettare”.
“La doppia visione è molto peggio di una lesione ossea con dolore, perché in una lesione al braccio hai un piano e vedi che sta migliorando, che c’è una progressione e ti dicono sempre che, con il tempo, guarirà. Ma con la diplopia vai dal dottore, il dottor Bernat Sánchez, che ti presenta i tre scenari e ti dice: ‘Aspettiamo tre mesi. Se non guarisce c’è un’operazione che dovrai ripetere altre tre volte. E se con quell’operazione non va, beh ragazzo, forse non avrai un vista per guidare di nuovo una moto e condurre una vita normale’. Le cose sportive passano in secondo piano. Piangi da solo in una stanza, perché sai cosa ti viene in mente, cosa può succedere. Non importa quanto sei ottimista e vuoi guidare una moto e uscire dalla buca, sei realistico. Lo stesso dottore dice che è un miracolo che dopo due mesi e mezzo o tre mesi la mia vista sia guarita e non abbia avuto conseguenze”.
Non sarà lo stesso Marquez di prima: “La mia intenzione non è quella di ripetere lo stesso Marquez ma un’evoluzione. Non ho paura, altrimenti non penserei di lottare per un Mondiale o di gareggiare. Se provi paura o dubbio e vedi la caduta, scendi e lasci il tuo posto a qualcun altro”.