Sinner: «Il pubblico è un’arma. Sto imparando a “usarlo” a mio vantaggio»
A Sportweek: «Il tennis è la mia vita. Dai miei genitori ho imparato che il lavoro è la cosa più importante, con impegno e dedizione»

2021 archivio Image Sport / Sport / Tennis / Jannik Sinner / foto Imago/Image Sport
Su Sportweek una lunga intervista a Jannik Sinner. A 20 anni, ha chiuso il 2021 da top ten. È il più giovane italiano ad aver raggiunto gli ottavi allo Us Open, poi sconfitto da Zverev. Parla di quest’anno appena chiuso come di un anno importante, che lo ha fatto maturare.
«I tornei nuovi, i viaggi, le novità, affrontare momenti difficili, tutto mi è servito a maturare anche come persona. Per questo considero l’anno passato molto, molto positivo per me. Però non sono uno che ama tanto guardare indietro, mi piace vivere il presente, concentrarmi su quello che accade».
Giocare in squadra gli piace.
«Moltissimo. La competizione a squadre ti dà molta più responsabilità, e poi è un onore giocare per questo gruppo incredibile e rappresentare tutta la nazione».
Sul rapporto con il pubblico:
«Il pubblico è un’arma. Oltre alla gioia di sentire che ti spinge, che tifa per te, sto imparando anche a “usarlo” a mio vantaggio. Non è facile per un giocatore avere tutto il pubblico contro…».
Prima di partire per l’Australia è stato a Milanello, a salutare la squadra di Pioli, per la quale tifa. Racconta come è nato il tifo rossonero.
«Quando sono arrivato a Bordighera ero in casa con un ragazzo, Lorenzo Ferri, un vero tifoso milanista. Da quel momento ho iniziato a guardare le partite assieme a lui, non ce ne perdevamo una, e mi sono innamorato pure io del Diavolo! È stato veramente bello avere la possibilità di andare a Milanello, purtroppo avevamo appena perso in Champions League contro il Liverpool, ma c’erano tutti i giocatori a ricevermi e li ho visti allenarsi con determinazione e concentrazione».
Racconta che non gli pesa avere poco tempo per rilassarsi e stare in vacanza.
«Io amo giocare a tennis, che si tratti di tornei, di allenamento, di vedere partite. Il tennis è la mia vita e quindi no, non mi pesa. Dai miei genitori ho imparato che il lavoro è la cosa più importante, con impegno e dedizione. Avrò tempo più avanti per fare vacanze…».
Sul suo modo di essere:
«Mi arrabbio raramente con le persone, forse solo quando trovo qualcuno davvero poco umile o quando mi si mette fretta senza motivo. In realtà comunque cerco sempre di trarre il meglio da chi frequento».
E sul Sinner fuori dal campo:
«In campo sono molto determinato, concentrato sulla prestazione e sul risultato e forse non mi curo molto dell’immagine che lascio trasparire all’esterno. Fuori, invece, vi assicuro che sono molto meno serio. Mi piace divertirmi, ridere, scherzare: purtroppo la gente si fa un’idea solo con quello che ha la possibilità di vedere in tv, ma dietro all’atleta c’è sempre una persona e spesso è molto diversa da come appare. Io ho questi due aspetti della personalità, lo ammetto: mi piaccio così come sono».