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La Lega Serie A sopravvaluta il peso del calcio, ed è isolata. Gravina non si inimicherà Draghi per loro

Scontro Figc-Lega. C’è stata una completa sottovalutazione del fortissimo gesto istituzionale della telefonata a Gravina. Manca la sensibilità diplomatica, le risposte sono state improntate al “qua le pezze e qua il sapone”

La Lega Serie A sopravvaluta il peso del calcio, ed è isolata. Gravina non si inimicherà Draghi per loro
archivio Image / Cronaca / Mario Draghi / foto Imago/Image

Probabilmente Mario Draghi ha sopravvalutato la sensibilità diplomatica dei suoi interlocutori. Il presidente del Consiglio ha ragionato come se fosse ancora a Bruxelles. Ci sono gesti istituzionali la cui potenza non deve essere spiegata come a dei bambini di terza elementare. E se il capo del governo chiama il presidente della Federcalcio, vuol dire che è rimasto quantomeno scosso da quel che ha visto e ascoltato nel giorno della Befana. Nel linguaggio diplomatico prospettare ipotesi vuol dire caldamente consigliare, per non dire altro. Si chiama moral suasion. Ma sarebbe come voler spiegare la teoria quantistica alle elementari.  Palazzo Chigi è stato fin troppo chiaro con Gravina, ha spiegato al presidente della Federcalcio che sarebbe stato apprezzata la sospensione del campionato e che, visto quel che sta accadendo in Italia e nel mondo, la decisione successiva sarebbe potuta essere il ritorno alle porte chiuse.

Probabilmente, anzi sicuramente, Draghi non avrebbe mai immaginato che le sue cadute sarebbero cadute nel vuoto. Respinte come se la richiesta fosse arrivata da un signor nessuno. La Lega Serie A è un coacervo di ignoranza, dilettantismo, pressapochismo, sopravvalutazione di sé. Il calcio sopravvaluta, e non di poco, il proprio ruolo nella società, così come la forza industriale del proprio settore. La reazione è stata a dir poco infantile. E sempre del tenore “qua le pezze e qua il sapone”. Avvilente a dir poco.

La Lega Serie A è del tutto incapace di fronteggiare una situazione di emergenza, chiude gli occhi e decide di andare avanti, come nella canzone di De Gregori sul Titanic. Politicamente è isolata. La Figc di Gravina non si inimicherà certo Palazzo Chigi per difendere un’assemblea come quella della Lega Serie A.  Il numero uno della Federcalcio ha avuto uno scontro con la Lega Serie A, le due posizioni sono divergenti. E non poco. I presidenti di calcio non hanno minimamente compreso quel che sta avvenendo. Vogliono andare allo scontro ipotizzando di avere chissà quale potere. Hanno scambiato il calcio per un bene di prima necessità. Ma per capire la differenza bisognerebbe aver letto il primo capitolo di un qualsiasi volume di economia politica. E francamente nutriamo seri dubbi che più di cinque persone (su venti) lo abbiano fatto.

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