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Il dilettantismo della Lega Serie A: «chi siete? Da dove venite? 0-3 a tavolino»

Oggi l’assemblea, la questione Covid non è all’ordine del giorno (ma se ne parlerà). Il governo del calcio non vuole prendere atto della pandemia e sbatte i piedi. Se il calcio è un’industria, servono manager all’altezza

Il dilettantismo della Lega Serie A: «chi siete? Da dove venite? 0-3 a tavolino»

Tra poche ore si terrà l’assemblea della Lega Serie A e per descrivere il dilettantismo imperante basterebbe osservare che all’ordine del giorno non c’è la situazione Covid che sta facendo oscillare il calcio italiano tra il ridicolo e la vergogna. Ovviamente se ne parlerà sfruttando il classico “varie ed eventuali” ma all’ordine del giorno non c’è.

Ed è la perfetta fotografia del calcio italiano che si è scelto come guide Paolo Dal Pino che è sempre stato un manager serio, competente e affidabile. Inizialmente lo è stato anche in Lega ma poi evidentemente ha dovuto adeguarsi al contesto. E bisogna dire che ci è riuscito benissimo, si è perfettamente calato nella parte. La seconda guida è l’amministratore delegato Luigi De Siervo. Per la giornata di ieri hanno confezionato un pasticcio che nemmeno adolescenti a Carnevale avrebbe saputo allestire. Quattro partite su dieci sono saltate e tra poco partirà il consueto teatrino con la Lega Serie A che fa finta di niente e omologherà le vittorie per 3-0 a tavolino. Perché per la Lega le squadre devono ribellarsi alle Asl, basta con questi legacci. Dopodiché partirà il medesimo iter di Juventus-Napoli dello scorso anno e alla fine dovrà pensarci il Coni a riportare il calcio sulla terra. Perché al momento la Lega Serie A vive su Marte. Siamo alla riedizione del film “Non ci resta che piangere”. Invece di “un fiorino” la Lega Serie A dice “3-0 a tavolino”.

Siamo praticamente di fronte a un Juve-Napoli moltiplicato per quattro. La Lega Serie A è del tutto incapace di prendere decisioni di buon senso. Continuano a fare come le tre scimmiette: non vedono, non sentono con la sola differenza che purtroppo spesso parlano. Come accaduto ieri con il surreale comunicato e anche con le dichiarazioni di Marotta che vuole limitare il potere delle Asl. Il calcio rivendica una exraterritorialità in nome del fatturato (dei debiti non si fa menzione). Intanto, però, non riesce a capire che una partita di Serie A non si può giocare con i Primavera, che l’unico principio non può essere “the show must go on” ad ogni costo. Anche la regolarità e lo spettacolo vanno preservati.

In Premier League, industria seria, ci sono vertici seri. Quando una squadra non è in condizione di giocare, non si gioca, e al più presto si trova una data. Poiché di lavoro dirigono una grande azienda calcistica, conoscono i problemi del calcio. Che non sono soltanto i calciatori.

Possiamo serenamente fare l’esempio del Napoli che ieri a Torino con mezza squadra ha pareggiato contro la Juventus. Il Napoli era senza magazzinieri, ossia senza persone che hanno precisi compiti organizzativi. Era senza tanti componenti dello staff, senza il match analyst che oggi è una figura chiave. Oltre a non avere un congruo numero di calciatori.

Chi governa il calcio italiano, dovrebbe conoscere questi aspetti. Altrimenti a capo della Lega Serie A potrebbe esserci il primo che passa. Sembra non esserci competenza, conoscenza della materia. E ogni decisione è contraddistinta da interessi di parte. Manca una cabina di regia autonoma che decida avendo come bussola la crescita e la tutela del marchio Serie A.

La Lega Serie A è riuscita a far avere ragione a Urbano Cairo che in questo contesto ha rilasciato dichiarazioni di buon senso. Anche la regolarità del campionato va tutelata. Non è possibile dire che basta avere tredici calciatori per giocare e che tra questi tredici possono esserci anche i giovani della Primavera. I ragazzi della Primavera, in Italia, sono purtroppo calciatori che non hanno la struttura per giocare in Serie A. Del resto il più delle volte hanno contratti non professionali, il loro status si chiama tesseramento non oneroso.

Anche per il numero di calciatori disponibili dovrebbe valere il buon senso. E se tra i tredici non dovessero esserci i portieri? Oppure se tra i tredici fosse disponibile un solo difensore?

Perché il calcio non vuole prendere atto che c’è un problema serio, una pandemia, e cominciare ad adeguarsi all’emergenza? La Lega Serie A sembra letteralmente fuori dal mondo. Come se fossero persone arrivate da un altro pianeta. Non ci aspettiamo nulla dall’assemblea di oggi, così come da quelle future. Per loro fortuna ormai il Paese è anestetizzato. Ciascuno è libero di dire qualsiasi scempiaggine e tutto passa inosservato. In questo contesto, è praticamente impossibile aspettarsi che la situazione possa migliorare.

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