Il New York Times: “La guerra alla Cina di Simon, lo sport mondiale ha un nuovo leader”

Da oscuro capo del tennis femminile è ora sulla bocca di tutti. La crisi Peng è la sua più grande sfida politica

simon wta

C’è un nuovo leader politico nello sport mondiale. Uno che fino a poco tempo fa era una personalità nella nicchia del tennis femminile, e che ora invece apre lo sport del New York Times con un ritratto a lui dedicato. Steve Simon, “l’occhialuto presidente e amministratore delegato della WTA”. L’uomo che dichiarato guerra alla Cina, cancellando i tornei cinesi e rinunciando a un miliardo di dollari circa di entrate, pur di tenere il principio sul caso Peng Shuai. Una mossa strategica, storica. Che l’ha posizionato in alto tra i nuovi potenti dello sport.

“La severità di Simon, a differenza di altre leghe e organizzazioni sportive internazionali che fanno affari in Cina, lo ha trasformato da mite ex direttore di torneo che preferisce operare in secondo piano e lasciare i riflettori ai suoi giocatori di punta, nel più chiacchierato leader dello sport“, scrive il Nyt.

Simon ha 66 anni, originario della California meridionale, ha giocato a tennis alla Long Beach State University e a Wimbledon nel 1981 insieme a Lea Antonolis nel doppio misto. Ha trascorso la sua vita adulta allenando, dirigendo il programma di tennis per Adidas e organizzando e infine dirigendo il BNP Paribas Open, un evento congiunto maschile e femminile a Indian Wells, in California, noto come il quinto Grande Slam. Per tutto questo tempo, Simon ha guadagnato – scrive ancora il Times – silenziosamente autorità”.

“Quando nel 2015 Stacey Allaster si è dimesso, all’unanimità è stato scelto come suo successore. Da allora si è garantito il sostegno delle più grandi stelle del suo sport, presente e passato, tra cui Serena Williams e Billie Jean King, la fondatrice della WTA, pur conservando i suoi rapporti decennali con i direttori del torneo, la base di supporto iniziale”.

“Simon ha trascorso i suoi primi anni alla guida della WTA appoggiandosi alla sua tendenza a restare nell’ombra, anche se l’organizzazione ha raggiunto ricavi record, grazie in parte alla sua espansione in Estremo Oriente, in particolare in Cina. Il paese ha vissuto una sorta di boom del tennis dopo il successo di Li Na, che ha vinto il titolo di singolare femminile dell’Open di Francia nel 2011, e Peng, che è diventata la giocatrice di doppio più quotata al mondo nel 2014”.

La WTA nel 2019 ha chiuso un accordo di 10 anni per il torneo di fine stagione a Shenzhen, con un premio in denaro di  14 milioni di dollari. Negli ultimi due anni, Simon ha gestito la chiusura dello sport e il calo dei ricavi nel suo ritorno durante la pandemia. La crisi Peng è la sua più grande sfida politica.

Ora è alla ricerca di nuovi investitori e sponsor che possano aiutare a coprire le entrate che il tour rischia di perdere abbandonando il paese più popoloso del mondo, un mercato redditizio ma complicato, chiude il Nyt.

 

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