Il Giornale: Spalletti il mangia-centravanti. Icardi, Totti, ora Mertens, gli piace ledere la maestà altrui

I rapporti ruvidi prendono spunto da situazioni di spogliatoio e dall'idea di tenere le parti del club. Il tecnico è accomodante fino a un certo punto, poi diventa guerra

Spalletti

Db Milano 21/11/2021 - campionato di calcio serie A / Inter-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

I centravanti passano e Spalletti rimane“. Lo scrive, su Il Giornale, Riccardo Signori, accusando il tecnico del Napoli di avere una naturale propensione a “mangiarsi” i centravanti delle squadre che allena.

“L’ultimo ingresso nella ambiziosa collezione è Dries Mertens”. “Qualcosa si è rotto”.

Si riferisce al fatto che l’attaccante belga non ha gradito la sostituzione con Petagna, nell’intervallo di Napoli-Spezia, e ne ha chiesto conto al mister.

“In passato c’è stato qualche dubbio anche sui rapporti fra il mister e Insigne, ma poi tutto è rientrato nella tranquillità. Con Mertens sembra più difficile“.

Signori scrive:

“Nella piccola-grande casistica spallettiana i ruvidi rapporti prendono spunto da situazioni di spogliatoio, da eccessivo protagonismo interno, da mal recepito senso di libertà negli usi e costumi del gruppo. Comunque dall’idea di tener la parte della società. Aziendalista? Anche. Voglia di difendere il gruppo? Determinazione a mostrarsi comandante? Certo. Per esempio, Cassano finì fuori rosa perché ascoltava musica a bomba nello spogliatoio e snobbò il “consiglio” («abbassa il volume») del mister. Con Totti andò in contromano nella seconda vita romana: ne sono sortite storie, leggende e pure film. Totti faceva le ore piccole giocando a carte. Poi altri rimproveri, abrasioni verbali, non convocazioni: ovviamente non si parlava solo di gioco delle carte. Osvaldo in tempi lontani è stato preciso: «Fra Totti e Spalletti, scelgo sempre Totti». A ciascuno il suo. Chiaro è che questo tipo di mister non è accomodante, o perlomeno lo è fino a limite di sopportazione. Dopo diventano guerre e guerriglie. Ci sono allenatori che fanno pesare la lesa maestà. Semmai, a Spalletti, piace ledere la maestà altrui”.

 

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