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Grazie sempre al macellaio di Bilbao, Goicoechea: senza di lui, la favola non ci sarebbe stata

Il mio Diego a Napoli. La scia dei motorini quando usciva dall’allenamento. La didascalia sotto al suo nome ai mondiali: club di appartenenza SSC Napoli

Grazie sempre al macellaio di Bilbao, Goicoechea: senza di lui, la favola non ci sarebbe stata
1981 archivio Storico Image Sport / Boca Juniors / Diego Armando Maradona / foto Imago/Image Sport

Il mio Diego a Napoli

  • Speciale Sportsud, 30 giugno 1984, con la maglia del Boca e il titolo in rosso: FINALMENTE SÌ.
  • 5 luglio alle 18,30, il colpo di fulmine: 70000 mila impazziti, 1000 lire. La testa riccia che esce dalla scalinata del San Paolo e “buonasera napoletani, io sono molto felice di essere con voi”. Sette palleggi e un sinistro verso il cielo azzurro.
  • 10 minuti di applausi dopo il gol su punizione all’Arezzo.
  • L’esordio a Verona con i “massaggi” di Briegel.
  • Il rigore alla Samp.
  • Il primo gol su azione. Al Como, naturalmente di sinistro. Naturalmente all’incrocio dei pali.
  • Il mistero del cross dal fondo sulla sinistra.
  • Il bacio a Carmando e i lacci sciolti.
  • Il circo magico del giovedì a Soccavo.
  • La scia dei motorini quando usciva dall’allenamento.
  • I 12 milioni che versò all’assicurazione pur di giocare in uno stagno ad Acerra per raccogliere fondi per un bimbo malato e mantenere una promessa all’amico Puzone.
  • Gli amici portieri: 
  • Ferdinando Orsi: la consacrazione con la tripletta alla Lazio. Pallonetto e gol direttamente da calcio d’angolo;
  • Walter Zenga: “e cosa ci posso fare?”;
  • Stefano Tacconi: “tanto gli faccio gol lo stesso”;
  • Giovanni Galli: ha preso gol da ogni posizione, in ogni modo, su ogni continente. Quello di testa, da fuori area, lento lento, forse il più bello.
  • Il gol più bello per me: Napoli-Milan 2-1, lancio di Giordano in area, controllo al volo, aggiramento di Nuciari sempre palleggiando e palla e Maldini in rete.
  • Oh mamma, mamma, mamma…
  • Il gol steso in terra contro la Samp. Di testa. O di mano?
  • La furia di Zico dopo la prima mano de Dios a Udine.
  • I fischi col Pisa.
  • La spintarella a Nicolini e la capata a Criscimanni.
  • La veronica per Caffarelli al Torino.
  • Il foglio di giornale sul prato di Tolosa e il rigore sbagliato.
  • La didascalia sotto al suo nome ai mondiali: club di appartenenza SSC Napoli.
  • La camicia “fracicata” di Galeazzi.
  • La serpentina e il gol in stile Messico a Brescia.
  • Fiorentina – Napoli 3-1, arbitro Tullio Lanese da Messina. “Abbiamo capito che oggi lottiamo contro tutti quanti. Non solo l’Inter e le altre”.
  • Le interviste alla squadra con Galeazzi negli spogliatoi per lo scudetto.
  • “Son venuto da lontano, qui è casa mia, già ti conoscevo Napoli, seconda mamma mia. Grazie di chiamarmi figlio, adesso che ti sto vicino, grazie per tutto il bene che mi vuoi”.
  • Il gol di punta nel pantano a Marassi.
  • “Non voglio vedere una bandiera rossonera a casa mia”.
  • L’occhio nero al Comunale contro la Juve.
  • Live is life.
  • Italo Khune che lo rincorre per il campo a Stoccarda e lui, abbracciando Ferrara, dice: “lui se lo merita più di tutti gli altri”.
  • Il ritorno con la Fiorentina dopo la folle estate contro Ferlaino. I fischi dopo il rigore fallito.
  • Il gol di testa a Cremona.
  • Le figlie in braccio e l’assist a Baroni alla Lazio.
  • Nella Piazza Rossa con la pelliccia nera.
  • La maglia numero 9 a Pisa.
  • 17 marzo, o era il 18? Forse era Aprile, o Maggio? Non ricordo. Napoli – Bari 1-0 o era il Foggia? Forse finì 2-0. Non ricordo. Gol di Zola su un suo assist. Ultima al San Paolo. Sipario.
  • Così come aveva iniziato, finì: ultima rete, rigore alla Samp.
  • Grazie a Juliano.
  • Grazie sempre al macellaio di Bilbao, Andoni Goicoechea. Senza di lui, la favola non ci sarebbe stata.
  • La 10 non si tocca, ma non c’è più bisogno di ripeterlo.
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