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Ogni notte Gasperini sogna il Papu Gomez che lo cerca con una mazza

Ospina mi ha ricordato Rafael a Palermo: 1-0 per il Cagliari. Amen. Mertens avrebbe dovuto cambiarlo Mazzarri perché stava palesemente giocando per lui

Ogni notte Gasperini sogna il Papu Gomez che lo cerca con una mazza
Bergamo 10/02/2022 - Coppa Italia / Atalanta-Fiorentina / foto Image Sport nella foto: Giampiero Gasperini
Il mio Cagliari-Napoli 1-1
  • Uh-uh.
  • Non so se sia capitato ad altri, ma durante la giornata non sono stato tranquillo.
  • In giro, per strada, nell’aria ho avvertito una strana sensazione che di certo non era causata dalle rotture del lunedì, accompagnata da un incessante e fastidioso verso nelle orecchie. Come se qualche uccellaccio stesse lì ad inseguirmi. Uh-uh.
  • Non mi ha fatto vivere la vigilia con l’entusiasmo e l’aspettativa che meritava. Eppure le premesse erano perfette.
  • Una due giorni da incorniciare: la squadra dell’incommensurabile VlahoWC pareggiava il derby. Col Torino che non faceva un punto con la Juve dai tempi di Zaccarelli.
  • Gasperissa che ne aveva persa un’altra, ormai in preda a batoste e incubi senza sosta. Ogni notte sogna il Papu Gomez che lo cerca con una mazza e di giorno un arbitro che lo cacci dal campo.
  • Il Milan pareggiava 2-2 con l’ultima in classifica e la sconfitta dell’Inter di Inzaghi che si dichiarava fortunato perché non avrebbe potuto incontrare il Liverpool in campionato e che ora penserà lo stesso del Sassuolo in Champions.
  • Senza tralasciare i pareggi della Lazio di Sarri che ha puntato il dito nella narice destra come sempre e contro le coppe, origine di tutti i mali, e della Roma di Mourinho che dopo la scena delle manette, ha messo mano al cellulare, ripensando forse alle schede svizzere.
  • Premesse che avrebbero dovuto travalicare la ragione per connettersi alle occasioni ghiotte e ai sogni… E invece no. uh-uh.
  • I pareggi e le débacle di tutte le squadre che occupano la parte sinistra della classifica (a parte la Fiore del grandissimo Piatek) hanno creato invece una spirale di occhi asciutti senza eguali. Non so se è capitato ad altri, ma per l’intera giornata quegli occhi li ho sentiti addosso. Uh-uh.
  • Ho bevuto il solito caffè sotto casa e il barista milanista mi ha osservato in maniera torva e indisponente e quando l’ho salutato non mi ha risposto. Appena però mi sono lasciato alle spalle il bancone ho sentito forte e chiaro “uh-uh”.
  • È capitato lo stesso con il giornalaio interista, il tabaccaio juventino e finanche con l’amico che guida gli autobus tifoso della Roma. Un cenno della mano e un doppio colpetto di clacson. Nessun suono strombazzante è uscito fuori, solo il solito uh-uh.
  • Anche dal rivenditore di elettrodomestici, pur non conoscendo la sua fede calcistica, ho avvertito quel gracchiante tamburellare nei timpani, mentre acquistavo un aspirapolvere nuovo. Uh-uh.
  • Persino il vento mi è sembrato complice di questo bubolare collettivo. Il rumore dei rami e il cane. Sì, il cane a casa più di una volta si è avvicinato e ruotando il collo a scatti come una gallina mi ha fissato, prima di emettere “uh-uh”.
  • A casa Minao invece si è vissuto il clima disteso e la leggerezza di un risultato scontato, certo, dettato da un destino che nelle partite che valgono più dei semplici tre punti, non ci tradisce e ci ama. Da sempre.
  • L’atmosfera era opposta a quella della mattina. Mancava solo una tarantella da ballare e la bandiera della fresca capolista da issare sul balcone. Mi sono sentito subito meglio. Ma è durato poco. È bastato sentire “c’è Grassi”, quello di Grassi&Regini e sono ripiombato nei dubbi e a sentirmi di nuovo osservato.
  • Poi un improvviso messaggio di Anna: volevo dirti che l’aspirapolvere nuovo non funziona. Amen.
  • E non so perché mi è tornato in mente Spalletti che parlava delle 13 finali/figate che porta malissimo.
  • E nel Cagliari ho notato Altare: altro pessimo auspicio e un altro sacrifico? Ma la dea bendata aveva già preso Lobotka, Politano, Lozano, Anguissa, un po’ di Fabian, un po’ di Osimhen, il gol di Cutrone, chi altri?
  • Addirittura Insigne si è stirato in settimana per aprire la busta della De Filippi che era stata piazzata troppo in alto. “Davvero non è finita?” Mi son chiesto.
  • No, non è finita: un contrasto aereo duro e cupo e dopo qualche tentativo è stato costretto a uscire Di Lorenzo. Cioè, Di Lorenzo che gioca e corre più di Forrest Gump ininterrottamente dal 1993. Uh-uh.
  • Per un attimo, vicino a Walter ho visto Bellucci. Non come Monica ma mi piaceva Bellucci, uno dei pochissimi a salvarsi quell’anno. Ma mi ha ricordato inevitabilmente anche Prunier, Calderon, Pedros, Asanovic. Mai un Napoli è stato così in basso. Non mi è parso nemmeno questo un buon presagio. Uh-uh.
  • Infatti il Cagliari non si è mai fermato e all’occorrenza ha randellato. Ci ha messo in difficoltà e così ho sperato che l’arbitro avesse una storta o una indisposizione. Secondo le statistiche, dopo la pioggia, il secondo motivo che destabilizza le squadre di Mazzarri è l’infortunio dell’arbitro.
  • Poi abbiamo preso campo e per un attimo mi sono davvero illuso che gli occhi secchi globali fossero frutto delle mie allucinazioni, ma è stato un grosso errore, uh-uh.
  • Un grosso errore che si è materializzato sul tiro di Pereiro verso la nostra porta che il sottoscritto avrebbe fermato con la suola del mocassino, incappucciato e completamente legato a un palo della porta.
  • Ospina invece ha pensato che quella rimessa laterale con i piedi meritasse i fotografi oppure sarà quello smodato desiderio di stare sempre a terra a contorcersi. Sta di fatto che il buon colombiano mi ha ricordato Rafael a Palermo: 1-0 per il Cagliari. Amen.
  • Il Napoli in preda alla macumba ha persino giocato peggio. Rischiando più e più volte di subire il secondo. Uh-uh.
  • Ospina nelle altre occasioni ci ha messo una pezza e gli attaccanti sardi ci hanno messo una benda. Non cogliendo la porta.
  • Quando ormai tutte le speranza ci stavano abbandonando, quando ormai abbiamo appurato che Malcuit è stato sostituito per disperazione e Mertens avrebbe dovuto cambiarlo Mazzarri perché stava palesemente giocando per lui, quando ormai la tempesta stava per compiere l’atto finale, ecco che in quel momento un lampo improvviso ha squarciato le nubi e l’aria pesante e ci ha regalata una inaspettata luce di gioia: Godimhen.
  • Alla fine ci è andata bene. E ho capito che non dovevamo illuderci, certo, e che la solita partita della svolta non è andata come si voleva, ma che allo stesso tempo abbiamo un centravanti che i gufi, i cuculi, gli allocchi e i cragni se li mangia.
  • Nel giorno della ciucciuettola, gli occhi del mondo hanno agito, ma è stato un miracolo non perdere.
  • E senza bandiera sul balcone siamo comunque lì. Perché non è finita finché non è finita. Ieri solo l’aspirapolvere è morto. Uh-uh.
  • Forza Napoli Sempre
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