Fonseca: «CR7 non è più così esplosivo, ora il Portogallo ha altri giocatori forti nei top club europei»
A Repubblica: «Il Portogallo in alcuni momenti non è stato squadra, ci è mancato è il collettivo. L'Italia ha mentalità e qualità»

Db Milano 12/05/2021 - campionato di calcio serie A / Inter-Roma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Paulo Fonseca
La Repubblica intervista l’allenatore portoghese Paulo Fonseca, ex tecnico della Roma. Il tema è quello dei sorteggi per i play off Mondiali. Parla del Portogallo.
«Fernando Santos ha fatto un grande lavoro, tutti noi gli siamo grati per aver vinto Euro 2016. Ma il Portogallo in alcuni momenti non è stato squadra, non ha lottato unito. Quello che ci è mancato è il collettivo, ciò che ha fatto dell’Italia la squadra più forte d’Europa».
La mentalità fa la differenza, dice, ma l’Italia non ha solo quella.
«L’Italia ha anche un livello tecnico molto elevato. Prendete Barella: lo avrei voluto alla Roma, ci ho anche parlato un paio di volte al telefono, per provare a convincerlo. Mancini ha saputo costruire su questa qualità un grande collettivo, una cosa che non riesce facilmente, altre hanno grandi talenti ma non sono squadra».
Il Portogallo dipende da Ronaldo?
«Non possiamo dimenticare che Cristiano ha 36 anni. È il miglior marcatore della storia, ha fatto crescere i giovani con cui ha giocato. Ma oggi il Portogallo non è solo Ronaldo: lui è un grandissimo finalizzatore, ma non ha più la stessa esplosività, la stessa forza nell’uno contro uno. È grande, ma ora c’è una generazione di giocatori forti, che giocano nei migliori club d’Europa».
Gli allenatori incidono ancora sul mercato?
«Stiamo perdendo influenza nella scelta dei giocatori. Ovviamente ci sono club più aperti a assecondare, ma ne conosco molti in cui sono solo le società a decidere, spesso per motivi non tecnici».
Sulla Serie A:
«È al livello di Premier o Liga. In Inghilterra il ritmo è più alto, ma non è questione fisica: lì le partite sono più aperte e si corre di più. Quello italiano non è un campionato difensivo, ma è quello in cui si difende meglio. Ogni partita è diversa, ti obbliga a lavorare moltissimo sulla strategia».
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