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Boxe truccata ai Giochi di Rio, i giudici si scambiavano segnali a bordo ring

Il rapporto McLaren svela i dettagli del sistema corruttivo fino alle più alte sfere, con tangenti milionarie in cambio di medaglie

Boxe truccata ai Giochi di Rio, i giudici si scambiavano segnali a bordo ring
Gc Milano 17/04/2012 - conferenza stampa Sky 'Meno 100 giorni alle Olimpiadi' / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Clemente Russo

“Corruzione, concussione e manipolazione dei risultati sportivi”. I giudici si scambiano segnali a bordo ring per sistemare gli incontri. Questa è stata la boxe alle Olimpiadi di Rio 2016. Il rapporto del professor Richard McLaren (l’uomo che aveva scoperchiato il pentolone del doping di Stato in Russia), ha affermato che i semi della corruzione erano stati seminati negli anni precedenti, con incontri sospetti anche prima e durante Londra 2012.

Secondo l’inchiesta esisteva una cultura dei “favori”, in particolare tra i paesi post-sovietici. L’Azerbaigian per esempio aveva concesso all’organo di governo della boxe amatoriale, l’Aiba, un prestito di investimento di 10 milioni di dollari ottenendo in cambio incontri “aggiustati” già alle Olimpiadi di Londra. Quattro anni dopo una tangente di 250.000 dollari è stata offerta anche dai funzionari mongoli nel tentativo di truccare la semifinale olimpica dei pesi leggeri tra Otgondalai Dorjnyambuu della Mongolia e Sofiane Oumiha della Francia. Non fu pagata alcuna tangente e il pugile mongolo perse con un “punteggio molto insolito”, identico sulle scorecard di tutti e cinque i giudici.

Il Guardian aveva pubblicato i sospetti con uno scoop che aveva contribuito ad innescare le indagini. Parlando a Losanna McLaren ha confermato la storia del Guardian, affermando che una squadra selezionata di arbitri e giudici senior, “a cinque stelle”, usava segnali a bordo ring, comunicava ai colleghi la mattina dei combattimenti chi avrebbe dovuto vincere. Nel frattempo i funzionari incorruttibili erano pian piano esautorati.

McLaren ha affermato che la corruzione è arrivata fino in cima alle istituzioni con due alti funzionari dell’Aiba – Wu Ching-kuo e Karim Bouzidi, rispettivamente l’allora presidente e direttore esecutivo dell’Aiba – ritenuti “attori chiave” del sistema. Wu è già stato bandito a vita dallo sport nel 2018.

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