Riparte il football americano, il campionato dove i vaccini contano per il titolo

Sul Die Zeit: se una partita non si gioca per colpa di uno o più positivi non vaccinati, non c'è scusa, né rinvio: sconfitta a tavolino. I giocatori vaccinati non ricevono penalità, i no-vax sì. Un messaggio quasi rivoluzionario

riparte nfl

Negli Stati Uniti ricomincia il campionato di Football americano. Nel segno dei vaccini. Perché non c’è altro sport al mondo, in questo momento a questi livelli, in cui la campagna vaccinale potrebbe decidere il titolo quasi quanto le prestazioni sportive. Lo scrive tra gli altri il Die Zeit, che analizza la singolarità dell’NFL nell’affrontare il tema vaccini tra gli sportivi.

Lì, nel campionato di football più ricco del pianeta, non si ammettono giustificazioni Covid: se una partita non si gioca per colpa di uno o più positivi non vaccinati, non c’è scusa, né rinvio: sarà sconfitta a tavolino. I giocatori vaccinati non ricevono penalità, i no-vax sì. Che è un messaggio quasi rivoluzionario.

Il football americano è una delle più grandi macchine di intrattenimento del paese, scrive il quotidiano tedesco. In quanto tale, la NFL è ovviamente anche un business da miliardi di dollari. E i boss e i proprietari della lega non vogliono lasciare che il Covid rovini la loro attività.

Quindi quasi ovunque i tifosi possono andare allo stadio. Circa 65.000 assisteranno alla partita di apertura tra i Buccaneers e i Dallas Cowboys a Tampa Bay, in Florida. Il pubblico deve indossare la mascherina o restare a casa se si sente male, si legge sul sito della squadra. Non ci sono altre restrizioni. Ma il business per funzionare ha bisogno soprattutto di giocatori sani. Nella passata stagione, la lega ha faticato a mantenere il calendario molto serrato e complicato perché diverse squadre sono state colpite dall’epidemia. Ora che c’è il vaccino non c’è scusa che tenga.

Finora solo gli Atlanta Falcons e i campioni in carica di Tampa Bay sono completamente vaccinati.

La Lega aveva inizialmente provato con un approccio cauto ed educativo a convincere giocatori e allenatori a vaccinarsi, con scarsi risultati. Quindi gradualmente la NFL ha aumentato la pressione. I giocatori hanno negoziato attraverso il loro sindacato, la NFL Players Association (NFLPA), la possibilità di non vaccinarsi. Ma per i giocatori non vaccinati si applicano regole più severe: se entrano in contatto con una persona a rischio, devono essere messi in quarantena, i test giornalieri sono obbligatori e devono indossare le mascherine. E poi c’è la regola della sconfitta a tavolino, che cambia tutto.

Per la maggior parte dei giocatori che non sono superstar assolute, ogni partita ha a che fare con un sacco di soldi e la carriera. C’è l’esempio di Cam Newton, il quarterback che ai New England Patriots aveva raccolto la pesantissima eredità di Tom Brady, che si fatto è stato licenziato per non essersi vaccinato.

Grazie a questo “pugno duro”, l’NFL fa partire il suo torneo col 93% dei suoi giocatori vaccinati. Un record che potrebbe fungere da esempio per gli altri sport. Anche perché quel 7% potrebbe decidere le sorti del campionato, quasi quanto un touch down.

Correlate