La vecchia divisa con lo sponsor coperto ha scatenato il corpaccione della tifoseria che si risveglia per Napoli-Verona e tace sul declino dell’ultimo biennio
Potremmo chiamarli No-Ver. La variante partenopea dei No-Vax.
Sono riusciti a rendere “parlateci del Verona” un motto addirittura più cool di parlateci di Bibbiano. Loro, i professionisti del complotto. Ne sanno sempre una più del diavolo, in qualche modo agevolati anche da De Laurentiis da cui ci saremmo aspettati un atteggiamento più categorico sui limiti endemici tornati più volte a presentare il conto, durante la scorsa stagione e non solo.
Alla fine da Dimaro uno dei calciatori s’è scusato. Il povero (ed incolpevole) Petagna.
Ma noi avevamo già scritto che queste scuse servono a poco e che è invece molto più urgente capire qual è la strada che la società immagina per il futuro di una compagine – la nostra – che è passata in sole due stagioni dall’essere l’unica contender credibile della Juventus ad un quinto ed un settimo posto, sorpassata dall’Atalanta e perfino dal Milan.
Qualche indicazione da Spalletti, tecnico di indiscusso valore, inizia ad arrivare. Forte e chiara.
Ed è lì che i No-Ver, capeggiati da un esercito di influencers del tifo (già, ci toccano pure quelli…) – capaci, beati loro, di sublimare l’incapacità di capire al punto da renderla redditizia – hanno rivolto l’attenzione (e i mugugni) altrove. Il problema non è più Napoli-Verona. Il problema è che il Napoli s’è presentato al ritiro di Dimaro col materiale tecnico della scorsa stagione senza le scritte Kimbo, e che ha provveduto con un accordo transitorio con Zeus per mettere a disposizione ciò che mancava in attesa di presentare la linea della stagione 21/22.
Dilettantismo, gridano sguaiatamente.
Come oramai sanno pure le pietre, alla scadenza del contratto con Kappa De Laurentiis ha scelto, dopo aver sondato varie ipotesi, la via dell’autoproduzione. Un sentiero interessante ed abbastanza innovativo. Certamente originale. Interessante anche per il peso dei partner che il Napoli s’è cercato: le divise saranno disegnate da Armani (e griffate EA7) e verranno prodotte in Italia, Cina, Bangladesh e Turchia.
Questa la strada scelta per rilanciare il marchio Napoli e metter su il merchandising della prossima stagione. Ci vorrà, complice l’emergenza pandemica, qualche giorno in più. Il tutto sarà pronto prima dell’inizio del campionato. Così ha assicurato De Laurentiis. E d’altronde il buon senso suggerisce che non è una tragedia allenarsi per qualche settimana con i kit dello scorso anno.
Eppure, apriti cielo: sui social, su youtube è scattato il consueto attacco alla società definita “allo sbando”.
Verrebbe da rispondere che la società allo sbando è la stessa ed identica società che da anni si sperimenta proprio in questo campo in progetti accolti con entusiasmo dagli appassionati: durante la scorsa stagione, ad esempio, il kit commemorativo di Maradona e quello disegnato da Marcelo Burlon hanno riscosso un importante, importantissimo successo.
Verrebbe da rispondere così e non solo così, ma siamo convinti che De Laurentiis non risponderà.
Qualche anno fa sarebbe andato all’attacco di questo vociare indistinto, probabilmente accusando gli stessi tifosi che oggi tacciano la società di dilettantismo di rimpinguare poi il mercato del pezzotto. Non lo farà.
Accusare di dilettantismo il Napoli – come fanno i No-Ver – perché si sta allenando temporaneamente col materiale della scorsa stagione per poi chiudere un occhio quando altre prestigiose società (tutt’altro che dilettantistiche) ritardano di mesi e mesi il pagamento degli stipendi, tentano di corrompere le Università per ottenere cittadinanze farlocche o gonfiano a dismisura plusvalenze coi giovani del vivaio, significa semplicemente essere strumentali. Andare scientemente alla ricerca della polemica.
Ci sarebbero tante, tantissime cose interessanti di cui discutere. Dall’analisi della sconfitta (che manca) fino alle prospettive del nuovo Napoli di Spalletti, ambizioso pure se costretto ad un po’ di spending review. Perfino il discorso sul rinnovo di Insigne, che sta diventando una soap opera prima ancora di essere discusso, rischia di diventare più stimolante.
Ma purtroppo il No-Ver addò vere e addò ceca, si dice da queste parti. E preferisce la critica per il solo gusto della critica. Ieri Napoli – Verona, oggi qualche ritardo sul materiale tecnico, domani chissà.