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The Athletic: da Sarri a Gianni Vio, le innovazioni del calcio italiano arrivano da bancari frustrati

È il mago degli schemi su calcio da fermo. Ha una storia incredibile. Venne scoperto da Zenga, ora lavora con Mancini in Nazionale

The Athletic: da Sarri a Gianni Vio, le innovazioni del calcio italiano arrivano da bancari frustrati

Al giorno d’oggi la grande innovazione nel calcio italiano tende a venire da banchieri frustrati. È stato così con Maurizio Sarri alla Banca Toscana e così è stato con Gianni Vio alla filiale di Mestre di Unicredit. I due si conobbero a Coverciano, Sarri divenne famoso per il suo libretto con 33 schemi su palla inattiva; Vio ad oggi a quanto pare ne ha non meno di 4.830.

Fin dall’inizio si comprende quanto speciale sia la storia di Gianni Vio, membro dello staff tecnico della Nazionale Italiana, cui The Athletic ha voluto dedicare un longform.

La tesi di Vio era incentrata su questo, si chiamava “Calci da fermo: l’attaccante da 15 reti”: un lavoro basato su una coppia d’attacco di fratelli gemelli di Serie D da lui allenata. I due avevano il compito di fissare il portiere, ignorando il pallone, per esercitare una pressione psicologica, mentre i difensori non riuscivano a distinguere bene quali fossero i rispettivi uomini da marcare.

Quando è stato intervistato da un giornale locale, Vio non ha voluto svelare i propri segreti e si è limitato a qualche concetto generale: “Bisogna trovare soluzioni su misura rispetto ai giocatori che si hanno a disposizione. Ce ne sono alcuni che hanno una lettura speciale sui calci piazzati, come Sergio Ramos. Il tempismo è la cosa più importante per concludere un’azione da fermo”.

Ha scritto un libro sull’argomento e Zenga, che all’epoca allenava la Stella Rossa, lo lesse e poi lo contattò. L’allenatore passò negli Emirati Arabi Uniti e chiese a Vio di tenere delle lezioni per 20 giorni sui calci piazzati. Quando andò al Catania (all’epoca in Serie A, ndr), chiese di portarlo nel proprio staff: Vio, che non si era mai cimentato tra i professionisti, era lì dal giovedì alla domenica. Quell’anno la squadra si salvò segnando 17 gol su 44 da calcio piazzato, il 38,6%.

Montella lo tenne al Catania e poi lo portò alla Fiorentina, che arrivò quarta nel 2013 con il 40,3% dei gol segnati da palla inattiva (29 su 72). Ha collaborato col Milan e altri club stranieri, poi ha ricevuto la chiamata di Roberto Mancini, si sono incontrati a Bologna e hanno cominciato a lavorare insieme lo scorso settembre. Il gol di Pessina contro il Galles nasce da un suo schema, che utilizzava già con Zenga.

Walter ha praticamente trovato un altro attaccate per l’Italia, che non è un calciatore. Ma qualcuno che è stato occupato a masticare cifre in una filiale veneta di Unicredit. 20 anni dopo, Vio è un’altra ragione per scommettere sugli Azzurri quest’estate.

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