ilNapolista

Max Biaggi: «Valentino Rossi quando mi incontra ancora non mi saluta»

Al Corriere della Sera: “I piloti indossano la tuta e sono in videogioco, la paura non esiste. Poi cadi a 40 all’ora e rischi la vita”

Max Biaggi: «Valentino Rossi quando mi incontra ancora non mi saluta»

Max Biaggi ha 50 anni. Il Corriere della Sera lo intervista per tornare indietro nel tempo, e ricordare una carriera nella velocità tra vittorie, rivalità e una caduta da 40 km all’ora che – disse il primario che lo operò – nell’80% dei casi uccide. Lui racconta questo rapporto con la paura, che lambisce i piloti, che c’è e non c’è:

“C’erano mamma e papà, il primario disse che, con quel tipo di trauma, l’80 per cento muore. Io non ho battuto ciglio, ero troppo frastornato per capire, ma guardai papà e mamma ed erano bianchi in viso, chi aveva una lacrima, chi la tratteneva. Io zero. Tant’è che chiesero al primario di rispiegarmelo. Quando ti vesti da pilota, sei come dentro un videogioco. Enzo Ferrari diceva che ogni figlio che hai, vai un secondo più piano, ma avendo vinto due campionati del mondo da padre, ho scoperto che non è vero. Semmai ho iniziato a pensare che l’aereo potesse cadere”.

Poi, quando ha capito, dice di aver “visto il film della mia vita passare in un lampo. Ho pensato a Schumacher: ha fatto una vita a 380 all’ora e poi è stato fregato da una caduta con gli sci. Poi, ho pensato a Nicky Hayden: era stato mio compagno di squadra ed era morto in bici. Ho visto una maledizione del campione. Mi sono chiesto: sono il prossimo? Lì mi sono reso conto che ero fatto di carne e ossa”.

Smentisce un gossip (“Naomi Campbell? Bellissima. Ma mai stati insieme”) e conferma la insana rivalità con Valentino Rossi:

“La rivalità vera gli atleti ce l’hanno quando si confrontano nella stessa gara e categoria. Invece, io ero in 250, lui in 125 e i giornali ci ricamavano già su. Io correvo in una categoria, lui in un’altra. Un conto è la rivalità creata dai giornali e un altro che l’alimenti in modo esponenziale. Oggi lo saluterei, ma è lui che non saluta me“.

ilnapolista © riproduzione riservata