Il Guardian racconta Zielinski “cuore d’oro”: per i bambini dei suoi orfanotrofi farebbe di tutto
Il papà racconta: "La prima volta che ha visto una donna fumare era terrorizzato. Era troppo sensibile, pensavamo che non ce la facesse. Ora dedica il suo tempo ai bambini in Polonia"

Piotr Zielinski adesso, a questo punto della sua carriera, alla vigilia dell’Europeo, ha un problema: tutti gli chiedono di più. Un passo oltre la consolidata fama di gran bel giocatore che s’è costruito piano piano, persino nell’ultimo anno mediocre del Napoli. Il salto di qualità. “Un giocatore eccezionale con alcune doti che solo i migliori possiedono”, scrive il Guardian che ne traccia un profilo in vista della competizione ai nastri di partenza.
L’autorevole quotidiano inglese sottolinea il “contratto lungo più di cento pagine” che lo lega al Napoli fino al 2024, dopo “trattative molto lunghe e impegnative. Perché Aurelio De Laurentiis ha voluto tenere a tutti i costi uno dei suoi più grandi tesori”. “Le statistiche della scorsa stagione sono le migliori della sua carriera”.
Altrettanto il pezzo ricorda che “poco prima di firmare il nuovo contratto, Zielinski ha avuto la possibilità di trasferirsi al Barcellona”. Ma è rimasto in Italia, “la sua seconda casa”.
Aspetta un figlio dalla moglie Laura è “molto felice fuori dal campo e quindi gioca il miglior calcio della sua carriera. E’ cambiato qualcosa in particolare? No. La stessa routine: è cresciuto, è maturato. Nessuna meraviglia – dice suo fratello Pawel, che gioca anche a calcio nella seconda divisione polacca per Miedz Legnica”.
Ma, appunto, c’è quel ma. “Zielinski è ancora criticato per le sue prestazioni in nazionale. I tifosi vorrebbero che mostrasse le cose che fa vedere in Serie A, per dare più supporto a Lewandowski. Lo chiedeva Jerzy Brzeczek, lo chiede ora Paulo Sousa. L’ex ct ha detto che “se Zielinski un giorno si alza e qualcosa cambia nella sua testa, la Polonia avrà un giocatore che tutti nel mondo invidieranno“.
“Sousa è diventato il nuovo allenatore e quando gli è stato chiesto di Zielinski i suoi occhi si sono illuminati. E’ un giocatore eccezionale, ha detto il ct”.
“Recentemente, stavo ascoltando Pep Guardiola parlare di Phil Foden. Ha detto che è un genio, un talento eccezionale. Ma per raggiungere il livello mondiale più alto, ha bisogno di sapere quando cambiare il ritmo del gioco. A Foden manca ancora. Piotr ce l’ha già. Lui vede tutto. Sente perfettamente lo spazio tra i compagni e l’avversario. Ha un incredibile senso del tempismo e della geometria del passo. Può rallentare o accelerare il gioco con un solo passaggio. È un gran calciatore. A volte ha solo bisogno di un po’ più di adrenalina”.
Il Guardian scrive anche che Zielinski “non è un leader naturale. E non è necessario aspettarsi da lui cose che non sente. Deve parlare con il suo gioco”.
E racconta anche della sensibilità di famiglia: “I suoi genitori gestiscono una casa famiglia dal 2015, e aiutano bambini provenienti da ambienti difficili fin dal 2002. Per 13 anni, i suoi genitori si sono presi cura dei bambini nella propria casa a Zabkowice Slaskie, 40 miglia a sud di Wroclaw, nel sud-ovest della Polonia. Nei primi mesi del nuovo lavoro dei suoi genitori, Piotr non riusciva ad accettarlo. Aveva otto anni ed era semplicemente geloso del fatto che uno “straniero” vivesse nella sua stanza. Attaccava post-it sui mobili: “ll mio guardaroba”, “la mia scrivania”. Firmava giocattoli in modo che gli altri sapessero che erano suoi. Oggi Boguslaw Zielinski ride ricordando la reazione di suo figlio quando ha visto una delle ragazze fumare una sigaretta: “Era decisamente terrorizzato. Fin da piccolo era un ragazzo sensibile. Avevamo paura che non sarebbe stato in grado di gestire il futuro. Che la sua gentilezza avrebbe avuto un effetto negativo sulla sua carriera”.
Poi il giovane Piotr si avvicinò gradualmente ai suoi “fratelli temporanei” e iniziò ad aprirsi. Li invitava a giocare a calcio insieme. Si allenava spesso in cortile con un ragazzo che aveva una contrattura alla gamba. “Il futuro calciatore ha dato il suo cuore ai bambini nel suo stile: con calma, senza voglia di attenzione mediatica. Con i suoi soldi ha acquistato due case nella zona di Zabkowice, che la famiglia ha ristrutturato e trasformato in orfanotrofi sotto l’associazione “Peter Pan” – un titolo derivato dal nome del figlio”.
Il padre racconta ancora: “Ha un cuore d’oro. Se torna in Polonia va a trovare i ragazzi, gioca a calcio con loro. Inoltre regala apparecchiature elettroniche che non usa: un laptop, una console di gioco o un tablet. Alla comunione di uno dei ragazzini non si è presentato nessuno della famiglia. Piotr è venuto dall’Italia apposta. Lui è così”.