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Come portare i calciatori a decidere velocemente? L’Elche gli insegna a giocare a scacchi

Il settore giovanile del club inaugura il progetto “Obiettivo e controllo”. Capire come muoversi tra cavalli e torri rende il gioco, anche sotto pressione, più intelligente 

Come portare i calciatori a decidere velocemente? L’Elche gli insegna a giocare a scacchi

In ogni partita i calciatori sono chiamati decine di volte a prendere la decisione giusta al momento giusto. Passare la palla o tentare il dribbling? Mettere la palla sul primo o sul secondo palo? Calciare di potenza o cercare di rompere le linee? Decisioni da cui, spesso, dipende l’esito del match. Per allenare la mente a prenderle in fretta, l’Eche si è affidato ad una metodologia mai utilizzata in nessuna squadra di Liga: insegnare ai calciatori a giocare a scacchi.

Lo racconta El Pais.

Il direttore del settore giovanile del club, Jorge Raffo, cercava da sempre una formula che garantisse rapidità di decisione ai suoi giocatori. Si è confrontato con lo psicologo sportivo del club, Antonio J. Muñoz e questi gli ha organizzato un incontro con l’esperto scacchista Gustavo Gualdoni, maestro con più di trent’anni di esperienza e tifoso di calcio. Gualdoni ha così deciso di mettere al servizio del club le sue conoscenze.

Le lezioni tenute da Gualdoni sono essenzialmente pratiche, ma c’è anche una piccola dose di teoria. Mirano a insegnare come vincere una partita con solo due mosse o finire in parità con meno pezzi. Spiega:

«Il calcio e gli scacchi implicano un’elaborazione costante delle informazioni sotto pressione, il che suggerisce l’importanza di anticipare il tuo avversario. Negli scacchi, non muovendoci di più, generiamo di più; allo stesso modo, nel calcio, non correndo di più, potremo giocare in modo più intelligente».

Gualdoni spiega le affinità tra il gioco degli scacchi e quello del calcio. Nel calcio la squadra che domina ha il possesso palla. Negli scacchi, chi mantiene l’iniziativa possiede il centro.

«Quando un giocatore spinge la palla per attirare un avversario e liberare un compagno di squadra è lo stesso di quando negli scacchi si consegna un pezzo per guadagnare una posizione. In entrambi i casi si aprono spazi e maggiori possibilità per avanzare in campo».

Il pensiero del calciatore viene in tal modo allenato e preparato a prendere decisioni rapide e funzionali. I giocatori che hanno iniziato il percorso ammettono di essere migliorati anche in campo.

Gli allenatori del club spiegano:

«Questa nuova metodologia cambia un’educazione fatta di formazione rigida e comportamentale, con premi o punizioni a seconda che un problema sia risolto come il tecnico considera, per un’educazione costruttivista. Il calciatore deve generare altre strutture di pensiero e chiedersi: chi può? quale altra opzione c’è? come posso farlo?».

Anche Pep Guardiola ha studiato le corrispondenze tra sport e scacchi, incontrandosi a New York con l’insegnante sovietico Gari Kasparov per scambiare conoscenze, come racconta il giornalista Martí Perarnau in Herr Pep. E anche altri allenatori spagnoli hanno mostrato interesse per la pratica scacchistica.

 

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