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Figliuolo: «Inammissibile che il personale sanitario non si vaccini, le Asl facciano rispettare la legge»

A Repubblica: «Percentualmente comunque è un numero molto residuale. Stiamo pensando all’ipotesi di vaccini nelle scuole a settembre»

Figliuolo: «Inammissibile che il personale sanitario non si vaccini, le Asl facciano rispettare la legge»

Il generale Francesco Figliuolo, commissario straordinario all’emergenza Covid, ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica. Ieri in Italia sono state raggiunte le 500mila dosi di vaccino somministrate. La sua idea è arrivare a un milione a giugno. Sulla possibilità di aprire alle vaccinazioni nelle aziende dichiara:

«Abbiamo censito 730 punti vaccinali aziendali. Il sistema è aperto e potrebbe crescere a dismisura. Speriamo di aprire alle aziende il prima possibile, appena messi in sicurezza gli over 65. A parità di buona salute, nessuno si scandalizza se una persona di 38 anni che lavora alle presse o nel turismo arriva prima di una di 54 perché la sua azienda è stata più veloce. Lo proporrò al presidente del Consiglio. Speriamo di arrivare a fine maggio all’obiettivo».

Qualche giorno fa Pfizer ha annunciato di essere vicina alla produzione di vaccini per la fascia 12-16 anni. A Figliuolo viene chiesto se si sta già studiando un piano per la riapertura delle scuole a settembre. Risponde:

«Sì, stiamo seguendo quello che accade nel mondo scientifico e quello che fanno gli altri Paesi. Può diventare un modello. Io sono stato ragazzo negli anni Settanta, quando ci vaccinavano pure nelle scuole: stiamo iniziando a pensare anche a idee di questo tipo».

Parlando di AstraZeneca, il generale riconosce che è necessaria una campagna di comunicazione per convincere gli indecisi a vaccinarsi piuttosto che rischiare di prendere il virus mentre aspettano di fare Pfizer o Moderna.

«Bisogna lavorare sulla comunicazione, far capire che un evento collaterale avverso ha dei valori infinitesimi, molto più bassi di quelli della pillola anticoncezionale. Poi ci sono i no-vax, che nel Nord-Est del Paese raggiungono anche il 18%. Nelle altre Regioni siamo intorno al 10-12%. Il fenomeno è statisticamente rilevante se si sale sopra al 5%, dunque c’è. Quella differenza si può assorbire, ma temo la stagione più calda: pensare che il rischio sia scampato potrebbe farci passare dal “me-vax” al no-vax. Bisogna fare attenzione all’effetto “tana libera tutti”».

Sul personale sanitario che ancora si sottrae all’obbligo del vaccino:

«Percentualmente è un numero molto residuale. La norma è chiara e prevede fino alla risoluzione del rapporto di lavoro. Va fatta informazione e formazione. È inammissibile far rischiare i pazienti. Poi, fatto tutto, ci sono i direttori delle Asl, ognuno si prenda le sue responsabilità. Governare tutti con la pacca sulla spalla è bellissimo, ma bisogna raggiungere i risultati. La legge c’è, bisogna fare quello che si deve».

 

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