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Lotito il guastatore: tiene in ostaggio Lazio-Torino e prepara il “golpe” Salernitana

Lazio-Torino non ha una data, si aspetta il ricorso al Coni, e tiene bloccato il finale di campionato. In attesa che si ponga un altro problema: che si fa se la seconda società di Lotito sale in A?

Lotito il guastatore: tiene in ostaggio Lazio-Torino e prepara il “golpe” Salernitana

Mentre il campionato si avvia alla volata (almeno quella Champions) finale, c’è una partita che non si sa che fine ha fatto: Lazio-Torino. Il match che non si giocò a causa della controversa decisione dell’Asl di Torino di tenere in quarantena la squadra granata a rischio focolaio fino alla data della trasferta a Roma. Quel match nel limbo è diventata un’arma nelle mani di Claudio Lotito. Che nonostante abbia incassato due sconfitte nei primi due gradi della giustizia sportiva (con annessa sentenza “violenta” di Sandulli) ha deciso di fare ennesimo ricorso al Collegio di Garanzia del Coni, per provare a ottenere il 3-0 a tavolino. Inutile ribadire che il Coni è proprio l’organo che ribaltò il precedente Juventus-Napoli, e che quindi le possibilità che adesso giudichi una questione molto simile in senso opposto sono risibili. Ma il punto è che Lotito ha – per ora – la burocrazia dalla parte del manico. E la usa come un guastatore.

Dalla disputa di Lazio-Torino, infatti, dipendono un po’ di date-chiave del finale di campionato.

Per capire il livello degli incastri: il 18 maggio la UEFA attende la consegna dell’Olimpico per l’Europeo. La Figc dovrebe chiedere 24 ore di deroga.

Se così fosse – andiamo per ipotesi – la Roma, impegnata nelle semifinali di Europa League il 29 aprile e il 6 maggio, rigiocherebbe il 9 maggio col Crotone, e non sarebbe ipotizzabile un anticipo se l’avventura europea proseguisse.

Il 12 maggio, poi, la Serie A scende in campo per un turno infrasettimanale, con Inter-Roma fissata alle 20.45 per scelta di Sky. Se il derby fosse anticipato al 15 maggio, Lazio e Roma si troverebbero a dover giocare il derby con appena 48 ore di stacco.

Lotito ha presumibilmente scelto di mettere i bastoni tra le ruote del sistema, per qualche motivo sportivo (giocarsi a posteriori una partita che potrebbe rivelarsi importante per la qualificazione Champions), e qualche altra ragione politica. Lazio-Torino non è infatti l’unica partita aperta del presidente biancoceleste.

Non bastasse la questione dei tamponi, per la quale la Lazio ha presentato ricorso alla Corte d’appello Figc, a fine campionato potrebbe scoppiare anche la grana Salernitana.

La società, in questo momento terza in Serie B, se dovesse essere promossa in A aprirebbe la via ad una querelle regolamentare di non facile soluzione. La U.S. Salernitana 1919 è una S.r.l. partecipata da due società: la Morgenstern S.r.l., amministrata da Marco Mezzaroma, cognato di Claudio Lotito, e la Omnia Service S.r.l., intestata a Enrico Lotito, figlio del presidente biancoceleste. Insomma è nella sostanza la seconda società di proprietà di Lotito. E gli attuali regolamenti vietano a due squadre con unico proprietario di giocare nello stesso campionato. Per ovvi motivi.

Cosa succede se la Salernitana viene promossa? Lotito due anni fa disse al Corriere dello Sport:

le norme si possono anche cambiare, non sono mica scritte nella pietra”.

La Salernitana è già in deroga dal 2013, cioè da quando è rientrata nel calcio professionistico. Secondo il regolamento, Mezzaroma e Lotito avrebbero 30 giorni di tempo per ridisegnare l’assetto della società “controllata”. Lotito, dovrebbe vendere la società a un nuovo soggetto in alcun modo riferibile a lui. Pena l’estromissione dalla competizione. Ma lo stesso regolamento prevede anche una scappatoia più o meno forzata:

“Non si dà luogo alle sanzioni (…) qualora il controllo derivi (…) da altri fatti non riconducibili alla volontà dei soggetti interessati”. Tradotto: se Lotito non dovesse trovare acquirenti provare a interpretare la norma in questo senso, “non è colpa nostra”. Che si fa?

Un caso che un giorno potrebbe riguardare anche De Laurentiis diviso tra Napoli e Bari.

E’ questo il contesto nel quale si muove Lotito. E non sorprende che Lazio-Torino sia diventata un’ottima occasione per muoversi da “guastatore”.

 

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