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Lippi: «Mio padre odiava la Juve, era un vecchio socialista che odiava il potere»

L’ex ct della Nazionale: «Ci lasciò nel 1991, quando nel ’94 accettai di allenare i bianconeri andai sulla sua tomba e gli dissi ‘abbi pazienza, ma io ci vado, stammi vicino, te ne farai una ragione»

Lippi: «Mio padre odiava la Juve, era un vecchio socialista che odiava il potere»
Marcello Lippi

Intervistato da Caterina Balivo nel podcast “Ricomincio dal No”, l’ex ct della Nazionale italiana, Marcello Lippi, che oggi compie 73 anni, ha raccontato alcuni episodi del suo passato alla Juventus.

“L’Avvocato era troppo forte, era fantastico. Lui non veniva neanche a vedere la Juve, andava a vedere l’Inter, il Milan. Questo perché quando andai alla Juve nel 1994 era dieci anni che non vinceva lo scudetto. Una volta gli chiesero come stavamo andando e lui rispose “Mah è più facile che vinca il Mondiale la Ferrari (che faticava molto ad ottenere risultati) che lo scudetto la Juve”.

Lippi ha anche raccontato che suo padre era un accanito anti-juventino.

“Odiava la Juve, era un vecchio socialista di quelli al bar, che odiano il potere. Ci lasciò nel 1991, quando nel 94 accettai l’incarico di allenare i bianconeri andai alla sua tomba e gli dissi “Papà, abbi pazienza, ma io ci vado alla Juve. Stammi vicino, te ne farai una ragione, ma io ci vado alla Juve”.

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