Il commento di Riccardo Signori. Il virus non perdona, nonostante le bolle. “Sarebbe un atto generoso anche nei confronti di chi avvicinerà questi ragazzi tra alberghi, stadi, aeroporti, aerei”
“Non c’è bolla che tenga. Il virus continua a porre il pallone e il mondo dello sport di fronte alla sua sfrontata temerarietà”.
Su Il Giornale, Riccardo Signori scrive che, nonostante il rispetto dei protocolli, il mondo del pallone resta in balia del Covid, come ha dimostrato il recente impegno nelle Nazionali. Ovunque si contano contagiati, anche nell’Italia, con 4 membri dello staff positivi e anche Bonucci. Ma la lista potrebbe allungarsi prima di domani, quando riprenderà il campionato. L’unico rimedio, scrive, è quello di vaccinare i calciatori.
“Val la pena giocare sempre? E questa estate sono programmati Europei di calcio e Olimpiadi. La soluzione c’è, ma bisogna sbrigarsi: senza tanti distinguo. Lo sport ha un valore? I ragazzi dello sport non si battono solo per risultati e medaglie, ma anche per un giro di affari che tiene in piedi una grande industria? Benissimo, allora vacciniamoli senza nascondersi dietro falsi pudori. Rispettiamo chi ha le precedenze, ma non riduciamo le gare ad una lotta contro il destino e la sprovvedutezza. Vada per la via più logica. Sarebbe un atto generoso anche nei confronti di chi avvicinerà questi ragazzi tra alberghi, stadi, aeroporti, aerei. Non dimentichiamo che agli Europei dovrà esserci obbligatoriamente il pubblico, per insensata volontà dell’Uefa”.
Il virus non perdona, nonostante le bolle. “Ora la serie A rischia di pagare il conto”.
Signori scrive:
“Caro pallone, hai un bel problema. Il campionato vuol arrivare al termine. Ma con quale faccia, domani potrebbe giocarsi il derby di Torino se aumentassero i contagiati? E se comparissero altri focolai? Il protocollo federale ormai è carta straccia, le Asl possono intervenire, diversi club hanno goduto del rinvio. La legge deve essere uguale per tutti. Ma il tempo stringe: il 23 maggio come confine estremo. L’11 giugno partono gli Europei. In un mondo normale e reale si direbbe: così non si gioca. Ma il calcio ci ha vaccinati ad ogni follia. Allora pensiamo agli atleti: facciamoli rispettare, che fa rima con vaccinare”.