Il Tempo pubblica le carte della causa di lavoro vinta (5 milioni) dall’ex ds sulla Roma: “Presidente, ho sperato di non farle rubare i soldi come in tanti hanno fatto”
Il Tempo pubblica le carte della causa al Tribunale del lavoro vinta da Petrachi per il licenziamento dalla Roma. La società è stata condannata al pagamento di 5 milioni di euro.
Il quotidiano pubblica i messaggi – il primo – che Petrachi inviò a Pallotta lo scorso anno dopo un’intervista dell’allora presidente al sito ufficiale della Roma. Intervista in cui Petrachi non venne mai nominato, avvalorando così l’ipotesi di una sua esclusione dai centri decisionali del club giallorosso.
Buonasera Presidente, mi dispiace constatare che lei è un piccolo uomo… Ho sperato tanto di poterla rappresentare qui a Roma per poterle far fare bella figura e non farle rubare i soldi che hanno fatto in tanti. Evidentemente non mi sono fatto capire ed apprezzare abbastanza. Ora le conviene mandarmi via perché dopo quello che ha voluto fare in maniera vile non potò più esserle d’aiuto.
Questo il primo messaggio. Il secondo – prosegue Il Tempo – fu una richiesta d’incontro. Pallotta bollò tutto come fake news.
La Roma ha contestato a Petrachi il suo allontanamento durante il lockdown. Petrachi, invece, sostiene di aver lavorato e di aver contribuito a convincere i cinque sudamericani a decurtarsi lo stipendio. Non erano intenzionati a farlo, dopo il suo intervento acconsentirono. Anche Petrachi si ridusse lo stipendio di 100mila euro.
Il Tempo riferisce anche di un’intervista concessa a Sky a giugno 2020
ma andata in onda dopo quattro giorni utilizzati, a detta di Petrachi, dalla ufficio comunicazione della Roma e dai giornalisti di Sky «per valutare quali parti mandare in onda. La società, ad esempio, ha deciso di tagliare le parole con cui il ricorrente ha manifestamente sostenuto il presidente Pallotta». Da ricordare che in quell’intervista l’ex diesse accusava la squadra di scarso impegno negli allenamenti post-lockdown.
Il Tempo riporta anche i messaggi di stima di Veretout, Mikhitaryan e Diawara nei confronti di Petrachi dopo il suo licenziamento.