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«Una volta indossai una gonna troppo corta. Cipollini si arrabbiò e mi punto una pistola alla testa»

L’ex ciclista è a processo accusato di minacce e violenze sulla ex moglie: “Sono stato ascoltato dal magistrato, mi sono tolto un peso”

«Una volta indossai una gonna troppo corta. Cipollini si arrabbiò e mi punto una pistola alla testa»

Mario Cipollini sta affrontando un processo, al tribunale di Lucca, per violenza e minacce alla ex moglie, Sabrina Landucci. Il re delle volate, per alcuni il più grande velocista della storia del ciclismo mondiale (campione del mondo nel 2001, 189 volate vinte in carriera, 42 tappe vinte al Giro d’Italia) è stato ascoltato dal magistrato lunedì. La prossima udienza è prevista per il 14 luglio. E’ una storia brutta, quella che lo coinvolge, e che il Corriere della Sera racconta un po’ riportando tra l’altro le accuse della ex moglie. Alcune pesantissime.

«Un giorno — ha raccontato ai magistrati — andammo a fare un passeggiata in bicicletta. Tornata a casa mi cambiai perché avevo un appuntamento con l’estetista. Indossai una gonna che giudicò troppo corta, lui mi prese con forza e mi costrinse ad andare in camera da letto. Lì tirò fuori la pistola e me la puntò alla tempia».

Landucci racconta anche di un’aggressione subita assieme al suo nuovo compagno, l’ex calciatore Silvio Giusti, e di ripetute minacce di morte telefoniche che sono state registrate e consegnate ai magistrati.

«Rivedere mia moglie — ha detto Cipollini — non mi ha fatto nessun effetto, abbiamo percorso un pezzo di strada assieme, ora la mia strada è da solo, la sua con un’altra persona. Raccontare la mia verità mi ha tolto un peso, mi sento sollevato. Ho risposto a tutto, ma di alcune frasi che avrei pronunciato non ho sinceramente nessun ricordo: è passato un sacco di tempo».

«Quelle dell’udienza sono state ore difficili — ha detto Landucci — per me è stato difficile soprattutto guardarlo in faccia. Provo una sensazione di svuotamento totale: immaginavo le cose che avrebbe detto, ma un conto è immaginarle un conto è sentirle pronunciare. Arriverò in fondo a testa alta. Il rammarico è per le mie figlie che sono in questa situazione loro malgrado».

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