Il regista della serie su Totti: «Nella troupe un solo laziale, un eroe. I romanisti gli dicevano di tutto»
Luca Ribuoli a Calciomercato.com. «Tutti si emozionavano ripercorrendo gli ultimi anni di Totti e a lui non gliene fregava niente. Fa anche una comparsa con la sciarpa della Lazio al collo»

Calciomercato.com intervista Luca Ribuoli, il regista della serie Sky dedicata a Francesco Totti, “Speravo de morì prima”, in onda da venerdì 19 marzo. Racconta che nella serie viene descritto l’aspetto umano , di Totti, più che quello del calciatore. Questo è anche il motivo per cui non sono mostrate le sue giocate.
«Nel racconto ho scelto di non rappresentare le sue giocate perché certe cose è impossibile ripeterle e perché il personaggio Totti lo conoscono tutti; noi volevamo rappresentare la persona».
Racconta cosa lo ha colpito di Totti.
«La sua bellezza, ha un grande fascino. Soprattutto nel modo di raccontare le partite, è fantastico. Per noi era importante studiare anche il suo modo di scherzare, quel giorno Castellitto era impegnato a copiare e assorbire tutto».
Ribuoli è tifoso del Milan.
«Sì, è vero. Sono originario di Alessandria, la città di Gianni Rivera. Ho sempre sperato di vedere Totti in rossonero, ma purtroppo non è mai successo. Ma diciamo che dopo tanti anni nella capitale sono romanista d’adozione».
Nella troupe che ha girato la serie c’era un unico laziale. Il regista ne parla:
«Uno solo, un uomo della produzione. Per me è stato un eroe: vi assicuro che per un laziale lavorare tutto il giorno, tutti i giorni con i romanisti è terrificante. Gli dicevano qualsiasi cosa poverino… In un contesto nel quale tutti si emozionavano ripercorrendo gli ultimi anni di Totti, a lui non gliene fregava niente. Fa anche una comparsa nella serie, con una sciarpa della Lazio intorno al collo. L’unico che se la sarebbe messa…».