Galliani: “Dalla terapia intensiva in un reparto normale è stato l’albergo di lusso più bello”

L'ad del Monza al Corriere della Sera: “Ho temuto di morire. Io e Casini andremo a pregare la Madonna di San Luca. In ospedale non ho visto partite”

Galliani

Adriano Galliani, senatore e amministratore delegato del Monza, ha raccontato al Corriere della Sera, a Giuseppe Alberto Falci, la sua esperienza con il Covid.

Sto molto meglio. Per dieci giorni, dal 7 al 17 marzo, sono stato in terapia intensiva. Sono stati i più lunghi della mia vita, un incubo. Ho temuto di morire e soffro di claustrofobia e non ho visto la luce per dieci giorni. Ringrazio i medici e gli infermieri del San Raffaele, hanno un’umanità pazzesca.

Non vedevo nulla, avevo davanti a me solo un muro. Il reparto di terapia intensiva non ha finestre. All’interno ci sono solo letti. Pensi che non c’è nemmeno il bagno.

Per lavoro ho girato il mondo e sono stato negli alberghi di lusso. Ma quando sono entrato in un reparto normale mi sono detto: “Non c’è Four Season che tenga, questo è il posto più bello della mia vita“. Berlusconi mi ha scritto continuamente, era preoccupato per me. Stamattina ho fatto la mia prima doccia dopo tre settimane: quando si vede la morte si apprezzano anche le cose banali.

Io e Pierferdinando Casini abbiamo preso un impegno ufficiale: ci recheremo al Santuario della Madonna di San Luca a pregare. Durante la degenza non ho visto partite: avevo l’angoscia che potessero parlare di decessi e pandemia.

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