La storia sul Corriere dell’Umbria: il 24enne di Passignano, in provincia di Perugia, si è trasferito all’inizio della pandemia e non ha mai smesso di giocare
C’è un Paese in cui il coronavirus ha fatto una sola vittima, contagiando dall’inizio della pandemia circa 660 persone, e dove quindi il calcio non si è praticamente fermato. Quel luogo sono le Isole Far Oer, l’arcipelago che si trova nel nord Europa tra Islanda e Norvegia. Lì Alessio Hyseni, 24enne nato a Castiglione del Lago e residente a Passignano sul Trasimeno (Pg), ha potuto giocare senza problemi come ha raccontato al Corriere dell’Umbria.
Diciamo che mi sono ritrovato nel posto giusto al momento giusto perché le Far Oer sono stati tra i primi Paesi ad aver fatto ripartire il calcio. Abbiamo iniziato ad allenarci ad aprile 2020 in piccoli gruppi da 4 o 5, ma nel giro di una settimana siamo tornati a fare sedute di gruppo. A maggio, poi, è partito il campionato. Per i primi quattro mesi le gare si sono disputate a porte chiuse, poi tutto è tornato alla normalità.
Anche se ci sono campi che non dispongono di spalti per gli spettatori.
In molti impianti gli ultrà seguono la partita e tifano dall’interno delle proprie auto. Tutto relativo, però normalità, sì.
Purtroppo non ha potuto giocare i preliminari di Europa League, perché è scaduto il suo prestito ed è tornato al Partizani di Tirana, che ne detiene il cartellino. Ma Hyseni potrà dire di essere l’unico giocatore italiano a non essersi mai fermato a causa del Covid.